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venerdì 03/05/2024 • 06:00

Speciali Etichettatura dei prodotti

Contrassegno Made in Italy: utilizzo e rapporto con la normativa UE

La nuova normativa sostiene il Made in Italy anche tramite una maggiore enfasi informativa sul prodotto: inserendo un contrassegno che evidenzi il prodotto italiano ai sensi della normativa europea doganale. Una valutazione di questa enfasi rispetto al prodotto e ai valori non solo geografici.

di Elena Bozza - Avvocato, counsel di RPLT

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  • Tempo di lettura 7 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Rafforzare il Made in Italy avviene anche tramite l'informazione fornita al consumatore finale decisiva per la sua scelta di acquisto. La legge n. 206/2023 decide di disporre, tramite il suo articolo 41, di una specifica etichettatura: un contrassegno ufficiale di attestazione dell'origine italiana delle merci. La disciplina che regola l'apposizione di tale contrassegno è devoluta a un decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Il decreto doveva, dunque, giungere entro l'11 aprile 2024, ma ad oggi risulta mancante. Tuttavia, dal testo dell'articolo 41 possiamo ottenere le prime informazioni principali sul contrassegno utili per le imprese e valutarlo in un'ottica anche unionale. La disciplina del contrassegno L'articolo 41 prevede la possibilità di apporre il contrassegno su talune tipologie di merci. Pertanto, esso non è obbligatorio: sarà utilizzato su base volontaria da parte dell'impresa. Tuttavia, l'impresa che decide di apporre il contrassegno sulle merci dovrà ottenere un'autorizzazione subordinata a modalità e criteri definiti dal decreto attuativo e rispettare regole ...

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