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sabato 13/04/2024 • 06:00

Lavoro Dalla CGUE

Indennità di congedo per assistenza anche ai cittadini di altri Stati UE

La CGUE, con sentenza 11 aprile 2024 n. C-116/2023, ha chiarito che il beneficio di prestazioni sociali, come l’indennità di congedo per prestatore di assistenza, non può essere limitato sulla base della residenza o della cittadinanza, in modo da penalizzare i cittadini di altri Stati UE.

di Marcello Buzzini - Avvocato in Milano - Studio Legale Failla & Partners

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  • Tempo di lettura 6 min.
  • Ascolta la news 5:03

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L'11 aprile 2024 è stata pubblicata la sentenza C-116/2023 della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (di seguito, anche solo “CGUE”). Con il presente contributo si proverà quindi ad effettuare una prima analisi della pronuncia, quantomeno nelle sue parti ritenute per il momento più interessanti, e delle sue possibili implicazioni per il nostro ordinamento. La fattispecie La vicenda esaminata dalla CGUE riguardava un cittadino italiano, residente e lavoratore in Austria, il quale nel 2022 aveva concordato con il proprio datore di lavoro, una società austriaca, un periodo di congedo per prendersi cura del padre residente in Italia. Il lavoratore aveva così presentato all'ente previdenziale austriaco una domanda per percepire l'indennità di congedo prevista per il prestatore di assistenza, ma la stessa era stata respinta, sul presupposto che il padre non riceveva assistenza in Austria. Il lavoratore aveva così presentato ricorso, sostenendo che il riconoscimento dell'indennità in questione non dovrebbe dipendere dalla residenza della persona assistita. Il tribunale amministrativo federale austriaco, cui è stato assegnato il relativo giudizio, ha da ultimo sospeso, nel corso del 2023, il procedimento e ha chiesto alla Corte di giustizia dell'Unione europea di chiarire se l'indennità rientri nel campo di applicazione del...

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