lunedì 15/04/2024 • 06:00
Il caso Armani ha scosso il mondo dell’imprenditoria italiana. La società, infatti, avrebbe appaltato la produzione ad aziende che a loro volta avrebbero subappaltato a industrie che sfruttavano la manodopera: violazioni dei sistemi di controllo 231 che avrebbero favorito il caporalato.
Il Tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria della Giorgio Armani Operation per omissione nei controlli con conseguente favoreggiamento dello sfruttamento del lavoro. Ciò che viene imputato all’azienda è la carenza di modelli organizzativi 231 e dei mancati controlli abbiano agevolato proprio lo sfruttamento del lavoro da parte delle aziende subappaltatrici. Ancora una volta sul banco degli imputati la catena di forniture di appalto e di subappalto. Il subappalto permette alle PMI di entrare nei grandi lavori, nei grandi cantieri, a patto però che sia ben inteso il motivo per il quale si subappalta. La motivazione non può essere la riduzione dei costi, quello potrebbe essere solo una eventuale conseguenza, ma non il motivo primario che va cercato invece nella specializzazione dei servizi resi.
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