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mercoledì 10/04/2024 • 06:00

Speciali ESG

Sostenibilità: come mappare gli Stakeholders

Con l'entrata in vigore della CSRD, gli Stakeholder potranno influenzare sia il modo di “fare impresa”, sia la qualità e quantità delle informazioni da evidenziare nel bilancio. Occorre quindi conoscerne la rilevanza e sapere come identificarli e coinvolgerli.

di Pier Paolo Baldi - Vice Presidente Commissione ESG, Sviluppo Sostenibile e Corporate Reporting ODCEC Roma

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  • Tempo di lettura 1 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Solamente in Italia, dal 1° Gennaio 2025, i soggetti obbligati dalla nuova normativa passano da circa 300 imprese ad oltre 7.000; molte altre saranno quelle che, pur non essendo obbligate, saranno coinvolte quali fornitori dei soggetti attratti dalla direttiva che, lo ricordiamo, sono le imprese che superano due dei seguenti tre parametri:

  • volume d'affari superiore a 40 milioni di Euro;
  • attivo patrimoniale superiore a 20 milioni di Euro;
  • oltre 250 dipendenti.

L'obbligo di rispettare le previsioni della CSRD riguarderà non solo le imprese quotate, come fino alla fine del 2024, ma anche quelle non quotate ed è il motivo principale del considerevole incremento del numero di aziende coinvolte.

In pratica, si passerà da un bilancio storicamente rappresentato da KPI (Key Performance Indicator) e disclosure di natura economica, patrimoniale e finanziaria il cui contenuto era destinato prevalentemente agli “Stakeholder finanziari”, ad un bilancio – il Corporate Sustainability Reporting -  che presenterà anche molti KPI e informazioni qualitative cui saranno interessati diverse e più ampie categorie di Stakeholder, quali i Clienti, i dipendenti ed i fornitori ma non solo.

Si pensi ad esempio all'obbligo di rappresentare la “strategia dell'impresa” ed il “modello di business”, il “posizionamento sul mercato” o le modalità di gestione della propria “catena di fornitura”; aspetti per i quali gli artt. 2427 e 2428 del codice civile pongono poca attenzione, mentre da domani dovranno essere descritti secondo le previsioni dei nuovi Principi Contabili di Sostenibilità: gli ESRS, European Sustainability Reporting Standard, anch'essi già entrati in vigore.

A tali informazioni potranno essere interessati gli Stakeholder dipendenti, che vorranno e potranno valutare la strategia dell'impresa e capire se essa è coerente con le prospettive di crescita personale o di solidità di ciascuno.

Oppure gli Stakeholder fornitori, che potranno valutare le prospettive di sviluppo e la maggiore (o minore) attenzione agli aspetti ambientali e sociali e in tal modo valutare con maggiori elementi l'elasticità del prezzo ai prodotti e servizi offerti.

Gli Stakeholder principali rimarranno comunque gli Istituti di credito, i quali potranno attingere dal bilancio le informazioni ambientali che potranno migliorare (o meno) il merito di credito dei loro Clienti. Pensiamo ad esempio al caso della Tassonomia sugli investimenti sostenibili (Regolamento UE 852/2020), che da un lato permette alle imprese di rappresentare la quota degli investimenti o dei ricavi che attengono a prodotti o servizi “sostenibili” e, dall'altro, agevolerebbero di molto le capacità di erogazione del credito nei loro confronti perché permetterebbero ai loro Stakeholder finanziari di raggiungere una più alta percentuale di investimenti o finanziamenti Green, che le normative europee impongono alle Banche, ad esempio con la misurazione del cosiddetto GAR - Green Asset Ratio.

I principi ESRS

E' fondamentale, per le aziende, individuare le diverse categorie di Stakeholder con le quali interagisce e bilanciare correttamente le informazioni che si forniscono.

Per individuarle si può far riferimento sempre ai principi ESRS, che li indica come coloro che possono influenzare, o essere influenzati, dall'impresa.

Sempre gli ESRS individuano due principali gruppi di Stakeholder:

  • uno è quello degli utilizzatori primari della dichiarazione di sostenibilità, individuati negli investitori già esistenti o potenziali, nei finanziatori o in generale nei creditori e nelle banche, ma anche nei partner commerciali dell'impresa, nei sindacati e nella società civile;
  • l'altro è quello dei portatori di interesse che sono influenzati o potrebbero essere influenzati, sia positivamente che negativamente, dalle attività dell'impresa e dalle relazioni commerciali lungo tutta la catena del valore, pensiamo ad esempio ai fornitori o ai dipendenti.

La divisione non è netta ed alcuni Stakeholder potrebbero appartenere ad entrambi i gruppi che sono stati definiti; è l'impresa, a seconda del contesto in cui opera e del suo modo di operare, che può considerarli in uno o nell'altro gruppo.

Il processo di Stakeholder Engagement

Una volta che l'impresa individua i suoi Stakeholder, ha il dovere di coinvolgerli attraverso il cosiddetto processo di Stakeholder Engagement. Esso è di fondamentale importanza nell'ambito del Corporate Reporting e deve essere un processo dinamico e continuo, necessario per valutare i temi rilevanti dell'impresa, sui quali essa dovrà porre maggiore attenzione.

Il processo di Stakeholder Engagement permette di identificare gli IRO, gli Impatti, Rischi e Opportunità dell’impresa, cui gli Stakeholder devono attribuire un diverso grado di rilevanza valutando gli impatti negativi a seconda della loro gravità e probabilità di manifestarsi.

In tal modo gli Stakeholder influenzano il principio della “Doppia materialità”, anch’esso previsto dalla CSRD e che è alla base del Corporate Reporting. In questo caso contribuiscono a identificare i temi rilevanti ed il loro impatto sia sull’ambiente esterno e sia valutando (e mitigando) l’impatto di natura finanziaria nel caso in cui tali eventi si dovessero verificare, permettendo l'adozione di idonei strumenti di mitigazione dei rischi.

Si tratta sicuramente di un approccio nuovo che coinvolge da vicino le imprese, ma anche i professionisti che vi si relazionano, tipicamente i Commercialisti, che possono contribuire a sviluppare correttamente questi principi, oltre che essere essi stessi Stakeholder dell'azienda. I ruoli principali attraverso i quali ci si relaziona e attraverso i quali poter contribuire sono diversi:

  • quale Organo di controllo, per supportare l'impresa nella corretta valutazione dei piani strategici ed industriali e anche nel più idoneo approccio alla gestione dei rischi;
  • quali Revisori legali, per la crescente attenzione che deve essere posta nel verificare i molteplici KPI e informazioni di sostenibilità e nell’asseverare il Corporate Reporting, tenendo conto anche dell’evoluzione della materia;
  • da ultimo, ma forse nel ruolo più rilevante, quello di Consulenti dell'impresa per supportarla ad approcciare correttamente al contesto normativo e regolamentare.

Un corretto approccio alle tematiche di sostenibilità, se è vero che rappresenta un costo, può rappresentare anche una rilevante opportunità e contribuire alla creazione di valore nel lungo periodo che, in definitiva, è la vera finalità della normativa sul Corporate Reporting ed è il motivo per il quale è così rilevante interagire con gli Stakeholder.

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