sabato 30/03/2024 • 06:00
Il Tribunale di Padova, con sentenza 8 marzo 2024 n. 171, ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno da stresslavorativo causato da un eccesso di lavoro straordinario. La decisione sottolinea l'importanza della tutela della salute psicofisica dei lavoratori e il rispetto delle normative sul lavoro.
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La controversia vedeva contrapposti un lavoratore e la sua ex azienda e il fulcro della disputa verteva sulla determinazione dell'importo spettante al dipendente per diverse voci contrattuali e risarcitorie.
Tra queste, figuravano le differenze retributive derivanti da un inquadramento professionale contestato, il compenso per prestazioni di lavoro straordinario non retribuite e il risarcimento per il danno da stress lavorativo.
Per giungere alla quantificazione del “quantum debeatur”, ossia la somma di denaro che l'azienda è tenuta a corrispondere al lavoratore in virtù della sentenza, il Giudice si è avvalso delle valutazioni di un consulente tecnico d'ufficio (CTU) e delle prove raccolte nel corso del procedimento.
Questa vicenda processuale mette in luce l'importanza di una corretta e puntuale applicazione delle norme che regolano il rapporto di lavoro, al fine di garantire un equo trattamento per entrambe le parti coinvolte. Al contempo, evidenzia la complessità insita nella quantificazione dei danni derivanti da situazioni di stress lavorativo, un fenomeno sempre più diffuso e meritevole di attenzione da parte del legislatore e della giurisprudenza.
La sentenza in esame, dunque, rappresenta un significativo precedente che potrà orientare future controversie analoghe, contribuendo a delineare un quadro di riferimento più chiaro e uniforme in materia di diritti dei lavoratori e obblighi dei datori di lavoro.
Criteri di computo e precedenti giurisprudenziali
La decisione del tribunale si fonda su criteri dettagliati di computo delle varie somme, considerando elementi specifici come il tempo di viaggio per raggiungere i luoghi di lavoro, le ore di lavoro straordinario effettivamente svolte e la questione del danno non patrimoniale per stress lavorativo.
In particolare, il riconoscimento del danno da stress si allinea a precedenti giurisprudenziali che considerano risarcibile il danno psicofisico derivante da condizioni lavorative particolarmente gravose protratte nel tempo.
La sentenza, inoltre, sottolinea l'importanza del giudizio equitativo nel determinare la quantità del risarcimento per questo tipo di danno, tenendo conto della gravità dell'inadempimento del datore di lavoro nei confronti del diritto al riposo e alla tutela della salute del lavoratore. In base a questi criteri e principi, la sentenza ha stabilito che l'ex datore di lavoro del ricorrente sarà tenuto a corrispondergli un sostanzioso risarcimento, soggetto a rivalutazione monetaria e maggiorato degli interessi legali, come compensazione per le condizioni di lavoro gravose a cui il lavoratore è stato sottoposto durante il rapporto di lavoro.
Questa decisione si pone quindi come un importante precedente nel riconoscimento e nella tutela dei diritti dei lavoratori in situazioni di stress e sovraccarico lavorativo.
Importanza del rispetto delle normative sul lavoro
Questo caso mette in luce l'importanza del rispetto delle normative sul lavoro, specialmente per quanto riguarda gli orari di lavoro e le condizioni lavorative che non devono compromettere la salute psicofisica dei lavoratori.
In questo contesto, la sentenza si pone come un importante richiamo al rispetto delle norme e dei principi che regolano il rapporto di lavoro, evidenziando le conseguenze legali ed economiche che possono derivare dalla violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori.
Le aziende sono quindi chiamate a una maggiore responsabilità nella gestione delle risorse umane, adottando politiche e pratiche che promuovano un equilibrio tra le esigenze produttive e la tutela della dignità e della salute dei propri dipendenti.
Tutela dei diritti dei lavoratori
La decisione del Tribunale di Padova rappresenta un esempio di come il sistema giudiziario possa intervenire a tutela dei diritti dei lavoratori, assicurando che eventuali abusi o negligenze da parte dei datori siano adeguatamente sanzionati e risarciti. La sentenza evidenzia inoltre l'importanza di una accurata documentazione e valutazione delle condizioni lavorative, che possono essere fondamentali nel determinare l'esito di cause di questo tipo.
Essendo stato riconosciuto il diritto al risarcimento del danno da stress derivante da un eccesso di lavoro straordinario, potrebbe rappresentare una pietra miliare nel panorama delle controversie lavorative. Tale pronuncia, infatti, apre la strada a un nuovo filone giurisprudenziale, destinato a tutelare in modo più incisivo la salute psicofisica dei lavoratori.
È lecito attendersi che, sulla scia di questa decisione, un numero crescente di lavoratori possa trovare il coraggio di far valere i propri diritti in sede legale, chiedendo il riconoscimento dei danni subiti a causa di condizioni di lavoro inadeguate. Tuttavia, sarebbe riduttivo considerare questa sentenza solo come uno strumento di tutela individuale. La sua portata, infatti, va ben oltre il singolo caso, ponendosi come un monito per tutte le aziende affinché rivedano le proprie politiche di organizzazione del lavoro.
In quest'ottica, la sentenza dovrebbe fungere da catalizzatore per un ripensamento complessivo delle dinamiche lavorative, che metta al centro la persona e il suo benessere. Le imprese, chiamate a bilanciare le esigenze produttive con la tutela della salute dei lavoratori, dovranno necessariamente adottare un approccio più attento e responsabile, evitando di scaricare sui dipendenti il peso di ritmi insostenibili e carichi di lavoro eccessivi.
Naturalmente, per costruire un mercato del lavoro realmente equo e sostenibile, non basta l'intervento delle aziende. È necessario un impegno congiunto di tutti gli attori coinvolti: lavoratori, imprese e istituzioni devono collaborare per definire un quadro normativo e contrattuale che metta al primo posto il rispetto dei diritti e della dignità delle persone.
Solo attraverso una sinergia virtuosa tra questi soggetti sarà possibile superare la logica del profitto a tutti i costi e affermare un nuovo modello di sviluppo, in cui la qualità del lavoro e la qualità della vita siano considerate facce della stessa medaglia.
La sentenza del Tribunale di Padova, dunque, rappresenta un passo importante verso una maggiore tutela dei lavoratori, ma è solo l'inizio di un percorso che richiede l'impegno e la responsabilità di tutti.
Spetta ora alle aziende, alle istituzioni e alla società civile cogliere questa opportunità per ridisegnare il mondo del lavoro, mettendo al centro la persona e il suo diritto a un'esistenza libera dallo stress e dalla precarietà.
Fonte: Trib. Padova 8 marzo 2024 n. 171
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Paolo Patrizio
- Avvocato - Professore - Università internazionale della Pace delle Nazioni UniteRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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