venerdì 22/03/2024 • 06:00
La Corte di Cassazione, con sentenza 8 marzo 2024 n. 6266, riforma il quadro dei termini di decadenza nelle azioni contro l'interposizione fittizia nell'appalto, stabilendo un precedente significativo per i lavoratori. Una svolta che potrebbe influenzare il futuro delle relazioni lavorative in Italia.
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La sentenza n. 6266 dell'8 marzo 2024 della Corte di Cassazione, sezione lavoro, segna una svolta epocale nella tutela dei diritti dei lavoratori negli appalti, stabilendo un principio fondamentale: i termini di decadenza per contestare un licenziamento non scattano fino alla ricezione di un atto scritto da parte dell'appaltante. Questa sentenza fa chiarezza su un ambito incerto del diritto del lavoro, rafforzando le tutele per i dipendenti contro i licenziamenti illegittimi, soprattutto negli appalti dove si celano irregolarità. In tal modo non solo salvaguarda i diritti dei lavoratori, ma impone anche alle aziende un livello più elevato di trasparenza e responsabilità, cambiando le regole del gioco nel panorama delle relazioni lavorative in Italia. La sentenza apre la strada a nuove interpretazioni delle leggi esistenti e al loro pieno dispiegame...
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