giovedì 14/03/2024 • 13:39
Il Parlamento Europeo, in data 13 marzo 2024, ha approvato una Direttiva che riguarda i permessi combinati di lavoro e di soggiorno per i cittadini di paesi terzi: quali sono i nuovi obblighi per i datori di lavoro?
redazione Memento
Il Parlamento Europeo in data 13 marzo 2024 ha approvato una serie di norme riguardo i permessi combinati di lavoro e di soggiorno per i cittadini di paesi terzi. Le principali novità Il termine per la decisione sulle domande di permesso unico passa dagli attuali 4 mesi a 90 giorni. Le procedure su fascicoli particolarmente complessi potrebbero ottenere un'estensione di 30 giorni. Le nuove norme introdurranno anche la possibilità, per il titolare di un permesso di soggiorno valido, di richiedere un permesso unico anche all'interno del territorio, in modo che una persona che risiede legalmente nell'UE possa chiedere di cambiare il proprio status giuridico senza dover tornare nel proprio paese di origine. Cambio di datore di lavoro I titolari di un permesso potranno cambiare datore di lavoro, occupazione e settore lavorativo, mediante una semplice notifica da parte del nuovo datore di lavoro. Le autorità nazionali avranno 45 giorni di tempo per opporsi alla modifica della condizione lavorativa. Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere un periodo iniziale fino a sei mesi durante il quale non sarà possibile un cambio di datore di lavoro. Un cambiamento durante tale periodo sarebbe comunque possibile nel caso in cui il datore di lavoro violi gravemente il contratto di lavoro. Disoccupazione In caso di perdita dell’occupazione, l’interessato avrà tre mesi di tempo per trovare un altro posto di lavoro prima che il permesso venga ritirato (periodo prorogabile di latri tre mesi in caso di condizioni di sfruttamento). Se un titolare di un permesso unico è disoccupato per più di tre mesi, gli Stati membri potranno chiedere al titolare di dimostrare di disporre di risorse sufficienti per sostenersi senza ricorrere al sistema di assistenza sociale. Entrata in vigore delle nuove disposizioni Gli Stati membri dell’UE hanno due anni dopo l'entrata in vigore della Direttiva per recepire le modifiche nelle rispettive legislazioni nazionali. Fonte: Dir. UE 13 marzo 2024
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