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martedì 12/03/2024 • 06:00

Impresa Responsabilità amministrativa degli enti

Riforma del Decreto 231: si riparte

Il Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia ha costituito, in data 20 febbraio 2024, un Gruppo di Lavoro per la formulazione di una proposta di modifica della disciplina della responsabilità amministrativa degli Enti di cui al D.Lgs. 231/2001, un Decreto la cui portata è ormai disarmante, per l'ampliamento del catalogo dei reati e per i numerosi rischi da prevenire.

di Carlo De Luca - Dottore Commercialista

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  • Tempo di lettura 4 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Per l'ennesima volta, dalla sua introduzione nel 2001, ripartono i lavori di riforma del decreto legislativo 231/2001. II capo di gabinetto del Ministero della Giustizia ha costituito un gruppo di lavoro che vede rappresentati magistrati e avvocati per procedere alla riscrittura della norma sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Parliamo di un decreto la cui portata è ormai disarmante in seguito all'ampliamento smisurato del catalogo dei reati e, non ultimo, per i numerosi rischi da prevenire da parte dei soggetti destinatari, al fine di non incorrere in pesanti sanzioni pecuniarie e/o interdittive.

Composizione del gruppo di lavoro

A tale commissione partecipano 10 componenti, ovvero: 4 magistrati; 3 avvocati; il vicecapo del Legislativo del Ministro Nordio, Nicola Selvaggi; il presidente dell'Associazione giuristi d'impresa, Giuseppe Catalano; una docente universitaria, Rosita Del Coco. A coordinare il gruppo di lavoro sarà il Presidente della sesta sezione penale della Cassazione, Giorgio Fidelbo.

Non è chiaro il motivo per cui non sia stato reputato opportuno, almeno in fase di costituzione del team di lavoro, il contributo e la partecipazione della categoria dei Dottori Commercialisti in una materia che richiede specifiche competenze aziendalistiche sia nella fase di redazione di un adeguato modello 231, che in quella avente ad oggetto le attività di vigilanza successive alla sua adozione.

Inoltre, è auspicabile una interlocuzione col mondo imprenditoriale ovvero con chi, oltre ai suddetti professionisti, tale materia la affronta e la sperimenta nelle sue criticità sul campo e, proprio per questo, sarà opportuno anche il coinvolgimento dei rappresentanti delle imprese.

I temi da trattare

Tanti sono gli aspetti di criticità emersi nel corso di questi 23 anni di attuazione del decreto 231 dalla sua entrata in vigore.

Diversi sono i temi che sarà utile prendere in considerazione nel testo di riforma, partendo magari anche dai vani tentativi che hanno caratterizzato questo lasso di tempo, tra cui:

  • la definizione del concetto di colpa di organizzazione;
  • il ruolo e l'operatività dell'organismo di vigilanza;
  • l'ipotesi di inserimento di un obbligo di adozione del modello per imprese al di sopra di determinate soglie dimensionali (come richiesto nel DDL 726/2018 – Senato);
  • l'esplicita previsione nel decreto di norme relative alla idoneità dei modelli;
  • la certificazione esterna di idoneità del modello preventivo e l'inversione dell'onere della prova attualmente disposto all'art. 6 D.Lgs. 231/2001 per reati commessi da soggetti in posizione “apicale” (progetto di riforma 2010, presentato dal Ministro della Giustizia Alfano);
  • il sistema sanzionatorio.

I lavori dovranno concludersi entro un anno e auspichiamo che questa sia la volta buona. Ad ogni buon conto, la creazione del tavolo sarà sicuramente un'occasione significativa per ravvivare la riflessione e favorire il confronto con esperti della materia, che daranno un notevole contributo allo sviluppo critico e costruttivo del testo di una norma che ha ormai un impatto notevole in ogni settore economico.

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