lunedì 19/02/2024 • 06:00
Il GSE ha pubblicato il proprio rapporto su energia e clima in Italia relativo al I semestre 2023. Emerge come le fonti rinnovabili siano sempre più necessarie sia per la tutela ambientale che per i forti impatti positivi sull’economia.
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Il GSE ha pubblicato il proprio rapporto su energia e clima in Italia relativo al I semestre 2023 (“Rapporto”) dal quale fin da subito emerge che lo scenario di policy italiano per prevede target al 2030 più ambiziosi di quelli precedentemente individuati, tra cui quota rinnovabile dei consumi finali lordi complessivi al 40,5%, consumi di energia finale a 100 Mtep, riduzione rispetto al 2005 delle emissioni GHG non ETS del 35%-37%.
Vengono, innanzitutto, messi in evidenza importanti dati relativi al 2022:
Consumi di energia
Per quanto attiene, invece, i consumi, il Rapporto sottolinea come nel 2022:
Crescita FER
Giova sottolineare la forte crescita delle FER, evidente già dai dati sul fotovoltaico: a fine giugno 2023 1,4 milioni di impianti e 27 GW di potenza installata (+16% di impianti installati e +9% di potenza rispetto a fine 2022, concentrata principalmente nel settore residenziale). Considerando la crescita anche dell’eolico, sia in numero (+3%) che potenza (+5%), è facile intuire l’aumento degli investimenti nel settore delle FER: 2 mld € nel 2021, 3,8 mld € nel 2022 e 3,3 mld € nel I semestre 2023.
I Consumi Finali Lordi di energia da FER nel settore termico sono stimati in 10,5 Mtep; la flessione rispetto al 2021 (-6% circa) è legata principalmente a condizioni climatiche mediamente meno fredde
Trasporti elettrici
La quota dei consumi complessivi del settore trasporti coperta da fonti rinnovabili si attesta, nel 2022, all’8,2%, in linea con il valore rilevato l’anno precedente; lo scenario di policy PNIEC 2023 indica per il 2030 un valore pari al 30,7%. Nel 2022 si stima un incremento del parco circolante ad alimentazione elettrica in Italia del 46% rispetto al 2021. Le immatricolazioni del primo semestre 2023 confermano, in linea con il 2022, il primato delle ibride HEV (35%) su benzina (28%) e gasolio (19%)
Emissioni evitate
Come oramai noto, le FER evitano l’impiego di fonti fossili che altrimenti sarebbero state utilizzate per soddisfare una analoga quota di consumi. Con una apposita metodologia è possibile stimare le emissioni virtualmente evitate grazie all’utilizzo delle FER, riferendosi alla sola fase di esercizio degli impianti (dirette) oppure all’intero ciclo di vita (“LCA”) delle risorse. L’entità delle emissioni evitate dipende principalmente dalla quantità di consumi soddisfatti da FER e dalla «qualità» del mix fossile sostituito (o del mix fossile marginale nel caso dell’elettricità). Considerando l’approccio LCA, si valuta si sia passati da 58 MtCO2eq evitate nel 2009 a circa 92 MtCO2eq nel 2022. Considerando le sole emissioni dirette si è passati da 49 a 78 MtCO2eq. Il contributo principale afferisce al settore elettrico (72%) dove si osserva una maggiore penetrazione delle FER.
Ruolo del GSE
Centrale è il ruolo del GSE che supporta circa 1,3 milioni di progetti (FER, efficienza energetica e mobilità sostenibile). Nel 2022 si registrano circa 12 mld€ di risorse destinate alla sostenibilità mediante i meccanismi gestiti dal GSE. Dato l’elevato incremento del prezzo dell’energia elettrica nel 2022 vi è stata una netta diminuzione degli oneri di incentivazione calcolati per differenza rispetto al prezzo dell’energia.
Nel 2022 si stima che i progetti sostenuti dagli incentivi gestiti dal GSE abbiano consentito di evitare l’emissione di 38 MtCO2 e il consumo di 15 Mtep di energia fossile, equivalenti ad un risparmio di 110 milioni di barili di petrolio nella bolletta energetica nazionale. Circa tre quarti di questi benefici sono riconducibili al settore elettrico dove si concentra la maggior parte delle risorse e dei meccanismi gestiti dal GSE. Negli ultimi anni questi contributi hanno subito una lieve flessione, riconducibile alla riduzione dell’energia rinnovabile elettrica incentivata (uscita dai sistemi di incentivazione) e alla diminuzione dei risparmi energetici incentivati nei meccanismi di efficienza energetica.
I progetti promossi dai meccanismi gestiti dal GSE hanno attivato nuovi investimenti per circa 2,3 mld€ nel 2022; ad essi sono correlabili circa 51 mila unità di lavoro equivalenti (ULA) temporanee e permanenti dirette e indirette, calcolate secondo la metodologia di monitoraggio adottata dal GSE.
In termini di nuovi investimenti attivati annualmente, nel 2022 si registra un incremento del settore elettrico, legato all’accelerazione delle installazioni, specialmente fotovoltaiche, per 1 mld€. Si stimano al contempo investimenti di pari entità nel settore dell’efficienza energetica (ove tramite il Conto Termico, ad esempio, sono stati attivati numerosi piccoli investimenti per la riqualificazione degli edifici).
Ulteriori esternalità delle FER
L’utilità delle FER va oltre l’aspetto ambientale e climatico ed investe gli ambiti economici e sociali. Basti pensare che le spese di manutenzione relative agli impianti FER-E sono cresciute da circa 2,5 mld€ nel 2013 a oltre 3,6 mld€ nel 2022, per l’entrata in esercizio di nuovi impianti che hanno gradualmente incrementato lo stock esistente. In termini di creazione di nuovo valore aggiunto per l’economia nazionale, si stima che le FER elettriche nel 2022 contribuiscano per oltre 3,9 mld€. Considerando il periodo monitorato (2013-2022), il contributo complessivo stimato è pari a circa 30 mld€. Gli occupati permanenti diretti e indiretti (legati alla gestione e manutenzione degli impianti esistenti), nel 2022, si stimano pari a circa 35 mila ULA permanenti.
Fonte: Rapporto GSE energia e clima
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