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lunedì 19/02/2024 • 06:00

Caso Risolto Integrazione fattura estera

IVA: acquisto da fornitore estero di beni già in Italia

Il committente nazionale che acquista beni già presenti in Italia da un fornitore estero riceve una fattura con imponibile e senza applicazione dell'IVA. L'operazione richiede l'integrazione o l'emissione dell'autofattura, inviando al SDI un documento elettronico tipo TD19.

di Claudia Iozzo - Dottore commercialista

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  • Tempo di lettura 1 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Un fornitore estero ha emesso una fattura per la fornitura di beni già presenti in Italia ad una società residente nel territorio nazionale. Il documento riporta l'imponibile della cessione e l'aliquota IVA pari a zero. Si analizzano gli adempimenti IVA che dovrà eseguire il committente italiano.

Acquisto di beni da fornitori esteri

Una cessione di beni è rilevante ai fini IVA in Italia se la stessa si considera effettuata nel territorio dello Stato, ai sensi dell'art. 7–bis DPR 633/72. Nello specifico, tale condizione risulta soddisfatta se la cessione ha per oggetto beni immobili o beni mobili nazionali, comunitari o vincolati al regime della temporanea importazione, esistenti nel territorio nazionale, ovvero beni mobili spediti da altro Stato membro installati, montati o assiemati nel territorio dello Stato dal fornitore o per suo conto.

Ai fini IVA, l'art. 17 del Decreto IVA, qualifica come debitore dell'imposta il soggetto che effettua le cessioni di beni e le prestazioni di servizi imponibili. Tuttavia, nel caso di cessioni di beni e di prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato da soggetti non residenti, nei confronti di soggetti passivi stabiliti nel territorio dello Stato, i relativi obblighi sono adempiuti dai cessionari o committenti secondo il meccanismo del reverse charge (art. 17 c. 2 DPR 633/72).

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