lunedì 29/01/2024 • 06:00
Il manager che in sede di colloquio preassuntivo omette le circostanze della fine della precedente esperienza lavorativa viola l'obbligo di buonafede e correttezza. Pertanto, è legittima la revoca della lettera di impegno all'assunzione stipulata con l'azienda.
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Un'azienda italiana, appartenente ad un gruppo multinazionale, stava svolgendo una ricerca per il ruolo di Direttore Generale, massima figura operativa possibile al vertice dell'intera organizzazione. Dopo aver individuato un candidato in linea con il profilo del ruolo caratterizzato da ampie responsabilità, l'azienda procedeva con la fase dei colloqui con i vari vertici, anche a livello di Gruppo. Il processo preassuntivo si concludeva positivamente di talché l'azienda decideva di sottoporre al Manager una proposta di lavoro sotto forma impegno all'assunzione che riepilogava le condizioni di massima che avrebbero regolato il successivo rapporto di lavoro che sarebbe stato formalizzato in seguito con apposito contratto. Tuttavia, dopo che la lettera di impegno è stata sottoposta al Manager, che l'aveva a sua volta sottoscritta per accettazione, l'azienda veniva a conoscenza del fatto che la precedente esperienza lavorativa del Manager si era conclusa in modo negativo alla luce di alcune condotte fraudolente di cui si sarebbe reso protagonista il Manager nell'esercizio delle sue funzioni apicali. Durante il processo selettivo, che si era svolto tramite svariati colloqui, il Manager...
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