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lunedì 22/01/2024 • 06:00

Caso Risolto RAPPORTI DI LAVORO

Come gestire la malattia del lavoratore in missione all’estero

In caso di missione all'estero del lavoratore con quali modalità e adempimenti amministrativi va gestito l'evento malattia?

di Paola Salazar - Avvocato in Milano

di Paolo Tormen - Consulente del lavoro - Ceccato & Tormen Partners

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  • Tempo di lettura 9 min.
  • Ascolta la news 5:03

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La posizione del lavoratore in missione all'estero può essere inquadrata in tre diverse fattispecie. La trasferta configura un mutamento temporaneo del luogo della prestazione lavorativa disposto unilateralmente dal datore di lavoro quale espressione del potere direttivo e organizzativo. Si ha, invece, trasferimento quando vi è l'assegnazione definitiva del lavoratore ad una unità produttiva o commerciale dell'azienda diversa da quella stabilita in sede di assunzione. Anche nelle ipotesi in cui l'unità produttiva o commerciale sia situata in un paese diverso dall'Italia. Il distacco si configura invece quando il datore di lavoro per soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente un lavoratore a disposizione di altro datore di lavoro per l'esecuzione di una determinata attività lavorativa (art. 30 D.lgs. n. 276/2003). In questo caso la legge, tra l'altro, prevede l'obbligo di consegnare al lavoratore una lettera di distacco e di specificare le modifiche delle condizioni di lavoro per distacchi oltre i 50 km. Obbligo formale sussistente comunque in tutti i casi in cui il lavoratore sia inviato in missione all'estero in un altro Stato UE o in un paese terzo, per un periodo superiore a quattro settimane consecutive (art. 2, c. 2 D.lgs. n. 152/1997 come modificato dall'art. 4 D.lgs. n. 104/2022 di attuazione della Direttiva UE 2019/1152). In ca...

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