lunedì 08/01/2024 • 13:52
Da lunedì 8 gennaio 2024 le cessioni dei crediti a Poste Italiane saranno limitate ai crediti fruibili a partire dal 2025.
redazione Memento
Con un aggiornamento della guida per gli utenti presente sul portale di cessione dei crediti di Poste Italiane, è stato comunicato che da lunedì 8 gennaio 2024 le cessioni a Poste saranno limitate ai crediti fruibili a partire dal 2025 per crediti maturati a fronte di spese sostenute nel 2024 o di rate residue di spese sostenute negli anni precedenti; è previsto, quindi, uno stop anticipato per le rate utilizzabili nel 2024. Poste Italiane aveva riattivato la piattaforma per la cessione dei crediti lo scorso 3 ottobre 2023, dopo una temporanea sospensione finalizzata all’adeguamento delle procedure di controllo, elaborazione e acquisizione delle pratiche a quanto disciplinato dai molteplici interventi legislativi in materia. Dal momento della riattivazione, Poste Italiane ha valutato l’acquisto dei crediti d’imposta unicamente da soggetti persone fisiche che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri (c.d. prime cessioni). Nel dettaglio, erano ammesse alla richiesta di cessione dei crediti le spese sostenute nel corso del 2023 o le rate residue di spese sostenute negli anni precedenti (es. spese del 2022 con una prima rata 2023 utilizzata in detrazione e le successive rate oggetto di cessione). Si ricorda che l’importo massimo cedibile alle Poste per ogni cliente resta pari a € 50.000, anche tramite più cessioni, fermo restando che il totale dei crediti ceduti dallo stesso cliente, comprensivo di quelli ceduti prima della data di riapertura del servizio, non può superare il limite di € 150.000. Oltre al superbonus, sono cedibili anche gli altri sconti fiscali trasferibili per legge in base al decreto Rilancio, come l’ecobonus, il sismabonus o il bonus ristrutturazioni ordinario al 50%. Circa il bonus barriere architettoniche al 75%, per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 c’è la cedibilità piena, mentre da gennaio 2024 la cessione è limitata ai lavori su parti comuni dei condomini e a quelli su edifici unifamiliari o appartamenti, a condizione che siano rispettati una serie di limiti, tra cui il reddito familiare non superiore a € 15.000, calcolati in base al quoziente introdotto per il superbonus. Il requisito reddituale non viene considerato nei nuclei nei quali è presente una persona in condizioni di disabilità accertata.
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