mercoledì 25/10/2023 • 06:00
Le nuove indicazioni delle Entrate chiedono di inserire nella CU il codice fiscale dei figli dei lavoratori, anche se non sono a carico fiscalmente e percepiscono l'AUU. Per i Consulenti del Lavoro si tratta di un adempimento eccessivo che comporta evidenti criticità organizzative.
redazione Memento
Tramite una lettera inviata all'Agenzia delle Entrate, il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro ha chiesto al Fisco un intervento chiarificatore e risolutivo di alcune criticità riscontrate in merito a quanto previsto dalla Ris. AE 3 ottobre 2023 n.55/E. Il documento di prassi in questione sottolinea l'importanza dell'indicazione nella CU dei dati relativi ai familiari che nel periodo d'imposta di riferimento sono stati fiscalmente a carico e, per i quali, come precisato nelle istruzioni della CU, non ci siano state le condizioni per usufruire delle detrazioni per familiari a carico, indipendentemente se gli oneri siano stati riconosciuti dal sostituto nella CU. Secondo quanto indicato dall'Agenzia nella Risoluzione “ai fini del riconoscimento, nel rispetto delle condizioni previste, da parte del sostituto d'imposta delle deduzioni/detrazioni degli oneri sostenuti dal lavoratore per i familiari a carico, si rappresenta che la sezione della CU dedicata ai “Dati relativi al coniuge e ai familiari a carico” va compilata dal sostituto d'imposta anche nell'ipotesi in cui per i soggetti ivi indicati non si è provveduto al riconoscimento della detrazione per carichi di famiglia di cui all'articolo 12 del Tuir o di oneri e spese sostenute nell'interesse dei familiari fiscalmente a carico di cui al medesimo articolo 12 del Tuir”. L'inserimento nella Certificazione Unica 2024 del codice fiscale dei figli dei lavoratori, anche se non sono a carico fiscalmente e percepiscono l'Assegno unico e universale, rappresenta, secondo l'Amministrazione finanziaria, un'informazione necessaria per riconoscere deduzioni e oneri sostenuti per i figli a carico, per consentire l'elaborazione della dichiarazione precompilata, per la determinazione delle addizionali regionali Irpef e per l'applicazione delle misure di welfare aziendale previste per l'anno in corso. Tutto questo, ad avviso dei Consulenti del Lavoro, si traduce però “in un adempimento sproporzionato a carico dei datori di lavoro sostituti d'imposta e dei Consulenti del Lavoro che li assistono, con evidenti criticità organizzative oramai al termine del periodo d'imposta 2023”. Per i professionisti la richiesta delle Entrate "si pone in contrasto con lo Statuto del contribuente e con i principi di semplificazione degli adempimenti contenuti nella Legge n.111/2023 di delega per la riforma fiscale e che per questo motivo, sottolinea il CNO nella lettera, necessita di individuare altre modalità che non vedano coinvolti i sostituti d'imposta”. Da qui la richiesta dei Consiglio Nazionale di “un intervento chiarificatore e risolutivo delle criticità evidenziate individuando altre modalità che non facciano ricadere sui sostituti d'imposta e sui Consulenti del Lavoro adempimenti inconferenti”. Fonte: Lettera CNO 24 ottobre 2023
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