martedì 10/10/2023 • 14:19
Assonime, con la Circolare n. 26 del 9 ottobre 2023, analizza il Reg. (UE) 2022/2560 con il quale l’Unione europea si è dotata di un quadro per il contrasto delle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno: quali sono i nuovi obblighi per le aziende a decorrere dal 12 ottobre 2023?
redazione Memento
La Circolare n. 26 del 9 ottobre 2023 di Assonime illustra il Reg. (UE) 2022/2560 con il quale l'Unione europea si è dotata di un quadro per il contrasto delle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno. Il focus della disciplina è sui contributi finanziari concessi, direttamente o indirettamente, da paesi terzi a imprese che operano nell'Unione europea e utilizzati per finanziare attività economiche nel mercato interno, in particolare operazioni di concentrazione o la partecipazione a procedure di appalto pubblico. Il contenuto del Regolamento Il Regolamento affida alla Commissione europea la competenza esclusiva a verificare l'esistenza di sovvenzioni estere e valutare se esse conferiscano alle imprese un indebito vantaggio competitivo, per applicare eventualmente i rimedi appropriati. A tal fine sono previsti 3 strumenti di controllo: - un esame d'ufficio, che la Commissione può avviare in ordine a presunte sovvenzioni estere distorsive che siano state concesse nei 10 anni precedenti a imprese attive nel mercato interno, in qualunque settore economico; - 2 procedure basate su obblighi di notifica preventiva a carico delle imprese che intendono realizzare concentrazioni o presentano offerte nell'ambito di procedure di aggiudicazione di contratti pubblici. Le notifiche riguardano i contributi finanziari esteri ricevuti negli ultimi 3 anni e sono obbligatorie quando sono superate determinate soglie (in termini di fatturato delle imprese coinvolte/valore del contratto da aggiudicare ed entità dei contributi finanziari ricevuti), con la possibilità per la Commissione di richiedere la notifica in casi ‘sotto-soglia'. L'apparato sanzionatorio La Commissione dispone di incisivi poteri di indagine, comprese ispezioni all'interno e all'esterno dell'Unione, per l'assolvimento dei suoi compiti e può irrogare sanzioni pecuniarie rapportate al fatturato alle imprese che non collaborano alle indagini o non eseguono le notifiche. Nel merito, alla luce di una valutazione comparata, se gli effetti negativi della sovvenzione estera superano gli effetti positivi la Commissione può vietare la concentrazione o l'aggiudicazione dell'appalto all'impresa in questione, oppure imporre misure di riparazione o accettare impegni delle imprese sia di carattere comportamentale che strutturale, incluso il rimborso della sovvenzione estera. I nuovi obblighi per le imprese Le modalità per le notifiche (obbligatorie dal 12 ottobre 2023) e altri dettagli procedurali sono stati definiti dal Regolamento di esecuzione (UE) 2023/1441 della Commissione, che ha in parte alleggerito gli obblighi informativi a carico delle imprese. Il nuovo regime comporta ingenti oneri di compliance e una complessa attività di reporting per tutte le imprese che operano nel mercato interno: si tratta di raccogliere, conservare e aggiornare le informazioni su tutti i contributi finanziari, intesi in senso ampio, ricevuti da paesi terzi, in modo da poter verificare all'occorrenza se sono soddisfatte le soglie che rendono obbligatorie le notifiche. Un'accurata mappatura è necessaria anche per far fronte alle richieste di informazioni che la Commissione potrebbe formulare nell'ambito di un esame d'ufficio delle sovvenzioni estere. Le principali criticità evidenziate da Assonime Sul piano procedurale, il sistema presenta potenziali interferenze con altri meccanismi di controllo incentrati su obblighi di notifica ex ante delle operazioni tra imprese: quello previsto nel campo del diritto della concorrenza dal regolamento (CE) n. 139/2004 in materia di concentrazioni nonché, negli Stati membri che ne sono dotati, quelli relativi al controllo degli investimenti esteri diretti. Oltre all'aumento degli adempimenti amministrativi e all'estensione del perimetro della due diligence, le imprese dovranno considerare la possibilità che i controlli su una stessa operazione, perseguendo finalità diverse, conducano a conclusioni diverse o all'applicazione di una pluralità di misure correttive. Ulteriori criticità riguardano il settore dei contratti pubblici, dove il nuovo sistema rischia di produrre un allungamento delle tempistiche delle procedure di aggiudicazione e di alimentare il contenzioso. Guardando all'Italia, le ricadute sarebbero preoccupanti specialmente per l'attuazione dei progetti che rientrano nel PNRR.
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