venerdì 06/10/2023 • 11:45
Il Governo, con la risposta a interrogazione parlamentare n. 5-01426 del 5 ottobre 2023, ha confermato che valuterà un intervento di razionalizzazione in tema di fringe benefit e tassi d'interesse fisso per i finanziamenti concessi ai dipendenti del settore bancario.
redazione Memento
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Con la risposta a interrogazione parlamentare n. 5-01426 del 5 ottobre 2023 si è affrontata la questione relativa all'innalzamento della soglia di esenzione per i fringe benefits per l'anno 2023 che non ha comunque risolto il problema dell'incremento dei tassi fissi di interesse per i finanziamenti concessi ai dipendenti del settore bancario, la cui situazione appare da ultimo ulteriormente aggravata. Al riguardo è stato confermato che la questione è stata analizzata in sede di predisposizione della legge delega fiscale, nella quale sono previste la revisione e la semplificazione delle disposizioni che riguardano il trattamento fiscale delle somme e dei valori esclusi dalla formazione del reddito di lavoro dipendente, con particolare riguardo ai limiti di non concorrenza al reddito in caso di assegnazione di fringe benefit (art. 5 c. 1 lett. e L. 111/2023).
Si ricorda che è stato previsto l'innalzamento da euro 258,23 a euro 3.000 della soglia di esenzione per i fringe benefit per tutto il 2023 esclusivamente per i lavoratori dipendenti e ai collaboratori che abbiano nel loro nucleo figli a carico (art. 40 DL 48/2023).
Nel dettaglio, gli onorevoli rilevano che nella categoria dei fringe benefit rientrano anche i finanziamenti concessi ai dipendenti a tassi agevolati rispetto a quelli di mercato. Concorre a formare il reddito di lavoro dipendente il 50% della differenza tra l'importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto (attualmente tasso di riferimento della BCE) vigente al termine di ciascun anno e l'importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi (art. 51 c. 4 lett. b DPR 917/86). Tale metodo di calcolo risulta inadeguato per i finanziamenti a tasso fisso, atteso che, per questa tipologia di prestiti, il vero beneficio è rappresentato dalla differenza tra il tasso fisso al momento della contrazione del prestito e il tasso fisso agevolato rispetto a quello di mercato alla stessa data. Come chiarito nella risposta all'interrogazione, il Governo valuterà, con riferimento alla legge delega fiscale, un intervento di razionalizzazione della disciplina di settore.
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