lunedì 02/10/2023 • 06:00
Sotto la lente della Fondazione Nazionale dei Commercialisti lo strumento contrattuale dietro il quale possono concretamente celarsi tentativi di elusione della misura patrimoniale potenzialmente espressivi di dinamiche criminali.
redazione Memento
La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato un nuovo documento di ricerca che prende in analisi l'istituto della cessione con patto di riservato dominio avente a oggetto aziende poi attinte da misura ablativa con la necessaria disamina degli indici sintomatici elusivi e del quadro giurisprudenziale Come noto, la vendita a rate con riserva della proprietà (rectius con patto di riservato domini) è disciplinata nel codice civile agli articoli da 1523 a 1526, nell'ambito della sezione II dedicata alla vendita di cose mobili. Lo strumento consente di risolvere disequilibri contrattuali, impedendo il trasferimento della proprietà in capo all'acquirente finché il prezzo non sia stato interamente pagato, e con la possibilità per il venditore di esercitare le azioni previste dalla legge a tutela. Nella realtà pratica delle cessioni di azienda o di rami aziendali, in cui il caso di dilazione del prezzo dedotto in contratto è assai frequente, la garanzia offerta dalla riserva di proprietà evita l'intervento di soggetti terzi garanti (attraverso fideiussioni od accolli cumulativi) o la necessità di condizionare l'efficacia del contratto al pagamento del corrispettivo. Elementi essenziali della disciplina della vendita con patto di riservato dominio sono la consegna immediata della cosa al compratore e l'assunzione da parte dello stesso dei rischi per il perimento ed il deterioramento della cosa fin dal momento della consegna (art. 1523 c.c.). L'esigenza di un approfondito scrutinio della cessione di azienda con patto di riservato dominio risulta assai rilevante giacché, come evidenziano i Commercialisti, “dietro tale forma di cessione possono concretamente celarsi tentativi di elusione della misura patrimoniale potenzialmente espressivi di dinamiche criminali. È noto, infatti, che il modus operandi delle consorterie criminali può sovente manifestarsi con l'impiego di schemi fattuali e giuridici che, seppur potenzialmente espressivi di dinamiche criminali (riciclaggio o reimpiego di proventi dall'illecita natura). non sempre sono immediatamente percepibili come elusivi/illecitiI”. Di qui l'ampia rassegna della giurisprudenza, offerta dal Documento, in ordine all'individuazione di alcuni indici di anomalia relativi a tali tipologie contrattuali. Fonte: Documento CNDCEC 29 settembre 2023
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Carlo Bertoncello
- Dottore Commercialista e Partner Bertoncello BPALuca Biancardino
- Dottore Commercialista e Partner Bertoncello BPARimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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