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venerdì 08/09/2023 • 06:00

Impresa Proposto un regolamento

Materie prime critiche: l’analisi di Assonime sulla nuova strategia UE

Assonime ha pubblicato uno studio che illustra i contenuti della proposta di regolamento sulle materie prime critiche (“CRMA”) fondamentale per Stati ed imprese nell'attuale contesto di guerra delle materie prime. Il CRMA si propone di rafforzare l'accesso alle risorse geologiche UE e diversificare gli approvvigionamenti dai Paesi terzi.

di Antonio Conforti - Dirigente Aziendale, Responsabile di Ufficio Legale e di Organismo di Vigilanza

+ -
  • Tempo di lettura 7 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Il 6 settembre 2023 Assonime ha pubblicato uno studio (“Studio”) che illustra i contenuti della proposta di regolamento in tema di materie prime critiche (“Critical Raw Materials Act” o “CRMA”).

Lo Studio evidenzia come il CRMA faccia parte di una più ampia strategia della Commissione UE volta a garantire l'accesso dell'UE alle materie prime necessarie per la realizzazione della duplice transizione, energetica e digitale (“Transizioni”), nonché per un'ampia gamma di settori produttivi ritenuti strategici per l'economia e la sicurezza dell'UE come energie rinnovabili, mobilità elettrica, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, aerospazio e difesa.

Obiettivi

Dato l'oramai palese contesto di crescenti tensioni geopolitiche che hanno, di fatto, condotto ad una “guerra delle materie prime”, il CRMA si propone di:

  1. rafforzare le varie fasi della catena di approvvigionamento, stabilendo che il consumo di materie prime critiche debba essere garantito sviluppando le capacità di estrazione delle proprie risorse geologiche (minerali, metalli e concentrati), nonché le capacità di trasformazione, raffinazione e riciclo;
  2. diversificare gli approvvigionamenti riducendo l'eccessiva dipendenza UE dalle importazioni provenienti da un numero limitato di Paesi terzi.

Appare, pertanto, evidente che il CRMA dovrà coordinarsi sia con il Regolamento c.d. Tassonomia (Reg. UE n. 2020/852) che con il Regolamento UE 2023/956 che istituisce un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere.

Ambito di applicazione

La proposta di CRMA contiene la versione aggiornata dell'elenco di materie prime critiche, pubblicato dalla Commissione per la prima volta nel 2011 e successivamente sottoposto ad aggiornamento con cadenza triennale, tanto che il numero delle materie in parola è più che raddoppiato. Suddetto elenco riporta le materie prime non energetiche e non agricole che, a seguito di una valutazione effettuata sulla base della loro importanza per l'economia UE e dell'elevato rischio di approvvigionamento, devono considerarsi “critiche”.

La Commissione ha voluto altresì applicare un'ulteriore metodologia di valutazione che determinasse l'importanza strategica di talune materie prime critiche, in considerazione della loro centralità per il conseguimento dei primari obiettivi UE tra cui le Transizioni e la tutela di difesa e spazio.

Sostanzialmente, trattasi di un'analisi qualitativa che tiene conto di ulteriori variabili (quali, ad es., la previsione di crescita della domanda delle materie prime e la difficoltà di aumentarne la produzione nei prossimi anni, etc.) e che ha condotto a selezionare 16 materie prime strategiche nell'ambito dell'elenco di 34 materie prime critiche. Entrambi gli elenchi saranno riesaminati almeno ogni 4 anni.

Il CRMA si propone, in primis, di rafforzare le diverse fasi della catena del valore, stabilendo che, entro il 2030, il consumo annuo dell'UE di materie prime strategiche debba essere garantito agendo su 3 leve di policy:

  1. almeno per il 10%, dalla capacità di estrazione delle proprie risorse geologiche (minerali, metalli e concentrati), laddove le riserve dell'UE lo consentano;
  2. almeno per il 40%, dalla propria capacità di trasformazione e raffinazione delle materie prime strategiche;
  3. almeno per il 15%, dalla propria capacità di riciclare tali materie prime.

In seconda battuta il CRMA si propone di diversificare gli approvvigionamenti in modo tale da rendere l'UE, entro il 2030, dipendente dalle importazioni provenienti da un singolo Paese terzo per la fornitura di non più del 65% del proprio consumo annuo di ciascuna materia prima strategica.

Semplificazioni e Finanziamenti

La proposta di CRMA prevede innanzitutto lo sviluppo e la realizzazione, anche in Paesi terzi, di progetti riconosciuti come strategici, da parte della Commissione, per la creazione di nuovi impianti, o per l'ampliamento e la ri-destinazione di impianti esistenti, dedicati ad attività di esplorazione, estrazione, trasformazione o riciclo di materie prime critiche. A tal fine, sono definite apposite procedure semplificate di autorizzazione a condizioni favorevoli per accelerarne la realizzazione e opportunità di finanziamento.

Per i progetti strategici, infatti, suddetta procedura semplificata per il rilascio delle autorizzazioni non dovrà superare:

  1. i 24 mesi, per i progetti strategici che prevedono l'estrazione;
  2. i 12 mesi, per i progetti strategici che riguardano solo la lavorazione o il riciclo.

Al riguardo, Assonime rileva come occorrerà valutare con attenzione se le semplificazioni proposte potranno effettivamente garantire maggiore razionalità ed efficienza, specialmente in considerazione dell'impatto che tali novità potranno avere sull'organizzazione delle amministrazioni pubbliche degli Stati membri e sul necessario coordinamento della pluralità di soggetti e autorità coinvolti, tra cui quelli di Paesi terzi.

Appare, pertanto, evidente la necessità di beneficiare del sostegno di strumenti e operazioni di finanziamento, anche misto pubblico-privato, nel rispetto delle regole in materia di concorrenza e aiuti di Stato, con la collaborazione delle istituzioni competenti, della Banca europea per gli investimenti e degli altri partner esecutivi di InvestEU.

Si prevede altresì un meccanismo di monitoraggio delle catene di approvvigionamento di materie prime critiche e si definisce un quadro di misure per l'attenuazione dei rischi mediante il coordinamento delle scorte strategiche e la facilitazione degli acquisti congiunti di materie prime strategiche.

In suddetto quadro, le imprese di grandi dimensioni, individuate dagli Stati membri, che si avvalgono di materie prime strategiche per la produzione delle tecnologie necessarie per le Transizioni nonché per le applicazioni dei settori dell'aerospazio e della difesa – di effettuare ogni 2 anni un audit, con i risultati poi presentati al proprio CdA, delle proprie catene di approvvigionamento.

Suddetto audit deve comprendere: a) una mappatura dei luoghi in cui le materie prime strategiche utilizzate sono estratte, trasformate o riciclate; b) una prova di stress della propria catena di approvvigionamento di materie prime strategiche.

La proposta di CRMA, inoltre, prevede:

  1. un quadro normativo sui rapporti di cooperazione internazionale e di partenariato strategico con i Paesi terzi, volto a promuovere forme di cooperazione e a realizzare maggiori sinergie relative alle materie prime;
  2. l'istituzione del Comitato europeo per le materie prime critiche, composto da rappresentanti ad alto livello degli Stati UE e della Commissione; il Comitato fornirà consulenza alla Commissione e assisterà il coordinamento, la cooperazione e lo scambio di informazioni a sostegno dell'attuazione della proposta di CRMA;
  3. un sistema sanzionatorio ed il monitoraggio dei progressi e dell'esecuzione del CRMA.

Posizione italiana

Anche il Governo italiano ha commentato la proposta di CRMA auspicando:

  1. di estendere la lista delle materie prime critiche anche ad ulteriori materie prime fondamentali per l'industria manifatturiera di base;
  2. di chiarire che i progetti che saranno dichiarati strategici potranno essere ritenuti di superiore interesse nazionale, al fine di accedere a strumenti finanziari anche quando tali progetti non sono in grado di utilizzare tecnologie aventi minore impatto sul fronte ambientale;
  3. bilanciare gli standard ambientali con la necessità di approvvigionamento;
  4. prevedere azioni specifiche per le PMI;
  5. incentivare maggiormente il riciclo;
  6. sostenere la ricerca su materie prime sostitutive.

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