mercoledì 06/09/2023 • 06:00
La Cassazione con la sentenza19621 del 11 luglio 2023 conferma l'illegittimità del licenziamento intimato al lavoratore per aver criticato il proprio datore di lavoro nel ricorso giudiziale diretto al riconoscimento di differenze retributive.
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Tutto nasce dal ricorso intentato da un lavoratore che aveva convenuto in giudizio il proprio datore di lavoro per ottenere delle somme a titolo di differenze retributive.
A seguito di questo, il datore di lavoro chiamato in causa, ritenendo che il proprio dipendente avesse inserito nel ricorso giudiziale gravi accuse nei confronti della società e dei superiori gerarchici, aveva instaurato nei confronti del dipendente un procedimento disciplinare che si era concluso con il licenziamento di quest'ultimo per giusta causa.
Il giudizio di impugnazione del licenziamento, che ha seguito il rito Fornero, ha dato in senso unanime ragione al lavoratore che sia in fase sommaria che nei due gradi di merito successivi ha visto riconosciuta l'illegittimità del provvedimento espulsivo ed ottenuto la reintegra ai sensi dell'art. 18, c. 4, Statuto dei Lavoratori.
I giudici, che si sono occupati della vicenda, hanno ritenuto applicabile al caso in esame l'esimente prevista dall'art. 598, c. 1, c.p., con riguardo alle offese contenute negli scritti presentati o nei discorsi pronunciati dalle parti o dai loro patrocinatori nei procedimenti dinanzi all'Autorità giudiziaria, quando le offese concernon
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