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venerdì 25/08/2023 • 06:00

Fisco IVA

Non versa l’IVA per pagare fornitori e dipendenti, condannato

La Cassazione (Cass. 23 agosto 2023 n. 35426) conferma la condanna già comminata in appello. Il calo dei ricavi, secondo la Cassazione, costituisce un'evenienza tutt'altro che straordinaria nella vita di una  società.

a cura di

redazione Memento

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La  Cassazione  (Cass. 23 agosto 2023 n. 35426)   ha rigettato il ricorso proposto da un contribuente, condannato a due mesi e venti giorni di reclusione per il reato di cui all'art. 10-ter D.Lgs 74/2000 (omesso versamento di IVA e di ritenute), secondo cui è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versa, entro il termine per il versamento dell'acconto relativo al periodo d'imposta successivo, l'imposta sul valore aggiunto dovuta in base alla dichiarazione annuale, per un ammontare superiore a euro duecentocinquantamila per ciascun periodo d'imposta. L'imputato invocava, per giustificare la sua condotta, il calo dei ricavi. Pertanto, l'uomo aveva scelto di pagare dipendenti e fornitori al posto di versare l'IVA allo Stato.

Ma mettere al primo posto i propri dipendenti e i propri fornitori non è una scelta giustificabile, secondo i giudici di merito e di legittimità. Infatti, il  calo dei ricavi, secondo la Cassazione, costituisce un'evenienza tutt'altro che straordinaria nella vita di una società e, dunque, la scelta di  impiegare l'IVA incassata per pagare dipendenti, fornitori ed istituti di credito costituiva il frutto di una scelta evidentemente consapevole, dunque del dolo del reato.

Nel caso in questione, la sentenza di merito aveva sottolineato che l'accesso al credito, effettuato dal ricorrente ed assistito da garanzie personali, non risultava compiuto al fine di adempiere all'obbligazione tributaria, tanto che il pagamento parziale di quanto dovuto all'Erario era cominciato solo a seguito di un avviso bonario.

FONTE: Cass. 23 agosto 2023 n. 35426

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