martedì 22/08/2023 • 06:00
Il Tribunale di Torino condanna un colosso del food delivery: deve essere chiarito il sistema di profilazione e reclutamento dei rider.
redazione Memento
Le piattaforme del food delivery devono chiarire il funzionamento dei loro algoritmi rendendo comprensibili le “logiche di funzionamento dei sistemi, le informazioni che consentano di rendere “prevedibile” e “trasparente” la decisione adottata dal sistema automatizzato, le misure adottate per prevenire decisioni di natura discriminatoria”. È quanto previsto, in estrema sintesi, dalla sentenza di condanna per attività antisindacale emessa dal Tribunale di Torino lo scorso 5 agosto ai danni della società italiana di cui si avvale un colosso del food delivery per agire sul nostro territorio. La pronuncia chiude un processo promosso da Filcams, Nidil e Filt Cgil e si pone nel solco della giurisprudenza in tema di trasparenza algoritmica. Oltre alla primaria necessità di trasparenza, i giudici piemontesi hanno sottolineato come i parametri con cui vengono attribuiti i punteggi ai rider, da cui dipendono le priorità e l'ordine di assegnazione delle consegne, diano luogo a “possibili discriminazioni indirette in mancanza di misure idonee a prevenirle e ad eliminarne gli effetti”. In particolare, secondo il Tribunale di Torino, il sistema per reclutare i corrieri presenta concreti rischi di penalizzazione per determinate categorie di lavoratori e, più in generale, compromette il diritto di sciopero: “applicare una stessa diminuzione del punteggio (…) ad un rider che ha inteso non effettuare il check-in per esercitare il diritto di sciopero senza preavviso, ovvero per l'impossibilità di rendere la prestazione per ragioni di salute conseguenti ad un handicap, rispetto al rider che non ha effettuato il check-in nello slot prenotato preferendo dedicarsi ad altra attività, significa discriminare. La sentenza interviene anche in ordine ai rischi connessi con i feedback e con il riconoscimento facciale dei sistemi, oltre che al sistema di geolocalizzazione. Al riguardo i giudici sottolineano come non sia chiaro il criterio sulla base del quale il sistema opera la scelta quando vi sono più corrieri che si trovano tutti nello stesso punto di ritiro e che hanno in uso lo stesso mezzo. In altre parole, il Tribunale si chiede: a parità di condizioni soddisfatte, l'algoritmo che decide? Fonte: Trib. Torino 5 agosto 2023
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