venerdì 04/08/2023 • 17:00
La Commissione industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione industriale del Senato, nell'ambito dell'esame del DDL Incentivi n. 571/2023, ha approvato, tra i diversi emendamenti, quello che stabilisce il principio dell'equiparazione dei professionisti alle imprese in tema di accesso alle agevolazioni.
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Una grande notizia per i professionisti italiani a cui viene finalmente garantita la parità opportunità in tema di agevolazioni finanziarie.
È quanto disposto dal disegno di legge delega sulla revisione del sistema degli incentivi alle imprese dalla Commissione Industria e Agricoltura del Senato. L'emendamento in oggetto stabilisce il principio che la qualificazione di professionista non ostacola la possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti dove ne ricorrano i presupposti e dove previsto e rappresenta di fatto una riformulazione di un emendamento che sanciva il principio di piena equiparazione tra professionisti e imprese ai fini dell'accesso agli incentivi, ai sensi della raccomandazione della Commissione europea n. 2003/361/Ce.
La definizione di microimpresa
La raccomandazione della Commissione del 6 maggio 2003, relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese, considera “impresa” qualsiasi entità, “a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che svolga un'attività economica, incluse in particolare le entità che svolgono un'attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che svolgono regolarmente un'attività economica”.
Gli incentivi fiscali
Con un ulteriore emendamento è invece stata prevista che la revisione delle misure agevolative deve includere altresì gli incentivi alle imprese aventi natura fiscale, mentre gli aspetti connessi alle modalità di fruizione e di controllo di detti incentivi sono demandati alla specifica disciplina di settore (in pratica, la delega fiscale). Nello specifico, al fine di generare sinergie negli aiuti si dispone che la riforma del sistema degli incentivi deve essere definita salvaguardando l'autonomia regionale e viene stabilito che la revisione dovrà essere fatta nel rispetto delle competenze in materia fissate dall' art. 117, c. 3 e 4, Cost.. Nell'esercizio della delega, il Governo dovrà rispettare l'autonomia programmatica delle Regioni, anche con riferimento agli interventi cofinanziati dai fondi europei. Si prevede infatti che tra i criteri che dovranno guidare la razionalizzazione delle misure di incentivazione esistenti entrano:
Contano le dimensioni dell'impresa
Infine, con un terzo emendamento è stato specificato che nell'opera di sistematizzazione delle misure esistenti il Governo dovrà tenere conto, oltre che delle diverse fasi del ciclo di vita delle imprese, anche delle diverse dimensioni d'impresa con riferimento alla definizione di piccola e media impresa, di piccole imprese a media capitalizzazione e d'imprese a media capitalizzazione dell'Unione europea.
Preferibili gli strumenti automatici
È stato inoltre previsto che con la riforma si dovrà privilegiare il ricorso a strumenti automatici, compatibilmente con le specificità delle singole misure. Sul fronte delle modalità di concessione delle agevolazioni si è disposta l'implementazione di soluzioni tecniche, finanziarie, procedurali che riducano il rischio che l'assegnazione delle risorse finanziarie disponibili per gli interventi avvenga in un lasso di tempo estremamente ridotto e, in tali casi, sulla base del solo ordine cronologico di presentazione dell'istanza. È stato poi specificato che con riferimento all'intero iter procedurale non possono essere richiesti documenti e informazioni già in possesso della pubblica amministrazione.
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