sabato 05/08/2023 • 06:00
L’ultima indagine della Banca d’Italia evidenzia una crescita nel livello di educazione finanziaria degli adulti italiani, mentre permangono le lacune in finanza digitale.
Ascolta la news 5:03
Bene, ma non troppo. Queste le conclusioni che si traggono leggendo i risultati 2023 dell’indagine svolta da Banca d’Italia sull’alfabetizzazione finanziaria degli adulti in Italia. Lo studio, effettuato con cadenza triennale dal 2017, ha coinvolto un campione di poco meno di 5.000 individui, di età compresa tra i 18 e i 79 anni, interpellati attraverso interviste telefoniche nei mesi di febbraio e marzo scorsi. La principale novità dell’indagine 2023 è però l’inserimento, per la prima volta, di una rilevazione relativa alle competenze di finanza digitale in base a tre dimensioni: conoscenze, comportamenti e atteggiamenti. È infatti questa sezione dello studio ad essere particolarmente originale, nonché strettamente connessa alla società dell’informazione e al mondo digitale. In questo modo, la Banca d’Italia ha cercato di tracciare anche un panorama realistico delle competenze digitali degli italiani con riferimento al mondo della finanza per comprendere sia il livello di informatizzazione del cittadino, sia le principali vulnerabilità.
Conoscenza e competenze
La prima parte del documento, relativa all’educazione finanziaria, riguarda le capacità da parte degli italiani di fare scelte consapevoli in materia di finanza, le abitudini al risparmio e le conoscenze su temi come l’inflazione o i mercati. Dallo studio si evince che, nel 2023, il livello di alfabetizzazione finanziaria degli adulti in Italia, rispetto al 2020, pur rimanendo su livelli bassi è lievemente aumentato (da 10,2 nel 2020 a 10,6 nel 2023, su una scala da 0 a 20). In base all’analisi di Banca d’Italia, questo miglioramento è dettato dai comportamenti (da 4,2 a 4,6, su una scala da 0 a 9) e dagli atteggiamenti (da 2,0 a 2,3, su una scala da 0 a 4) in campo finanziario. Per quanto concerne le conoscenze di concetti come l’inflazione, il tasso di interesse semplice e composto e la diversificazione del rischio, il dato 2023 non si discosta molto da quello del 2020 (da 3,9 a 3,7 su una scala da 0 a 7). Emerge, tuttavia, una maggiore comprensione dell’inflazione e delle sue conseguenze sul potere d’acquisto delle famiglie, dovuta non solo al forte rialzo dell’inflazione sperimentato nell’ultimo biennio, ma anche grazie a un’intensa attività di informazione e di educazione finanziaria condotta dalla Banca d’Italia su questo argomento.
Per quanto concerne, invece, le competenze di finanza digitale, le domande poste agli intervistati nel corso dell’indagine sono state particolarmente specifiche e, in alcuni casi, abbastanza complesse. In primis, si è testata la consapevolezza della differenza tra cripto-attività e denaro o moneta contante. In seguito, si è indagato circa la familiarità dell’interlocutore con i contratti stipulati mediante l’uso di una firma digitale, per proseguire poi con domande sulla consapevolezza di essere profilati durante la navigazione su siti di finanza o di servizi bancari. L’indicatore sulle conoscenze in finanza digitale misura 1,2 su una scala da 0 a 3. Tra gli aspetti più interessanti si evidenzia che circa il 70% degli intervistati ritiene che le cripto-attività abbiano lo stesso corso legale del denaro e che per il 63% i contratti conclusi digitalmente non abbiano valore legale. Non solo: metà degli intervistati non è consapevole del fatto che la diffusione online di informazioni personali rende possibile delineare alcune preferenze individuali e personalizzare le offerte commerciali.
L’indagine di Banca d’Italia ha poi voluto verificare l’abitudine degli intervistati a cambiare le credenziali di accesso e le password usate per gestire quotidianamente le operazioni finanziarie. Alcune domande vertevano inoltre su cattive abitudini e comportamenti errati quali, ad esempio, il condividere le proprie password con amici, colleghi di lavoro o familiari, ma altresì il riutilizzo della stessa password sia per i servizi finanziari, sia per altri servizi meno sicuri. L’indicatore sui comportamenti in finanza digitale è pari a 2, su una scala da 0 a 4. Significativo il dato del 30% degli intervistati che dichiara di condividere con amici la password del conto di deposito o di diffondere online informazioni sulla propria situazione finanziaria, come pure meno del 30% modifica le password con regolarità e, infine, poco meno del 20% controlla se i fornitori di servizi finanziari acquistati online sono soggetti regolamentati.
Infine, è stata effettuata un’analisi tesa a verificare la generale consapevolezza dell’intervistato in tema di cybersecurity. Prestare particolare attenzione a non collegarsi a reti wi-fi aperte, verificare la sicurezza della connessione con il sito, nonché la “qualità” del sito stesso (vale a dire, essere certi di collegarsi a un sito ufficiale iscritto nei registri degli operatori finanziari) sono stati gli aspetti su cui si è indagato. L’indicatore sugli atteggiamenti in finanza digitale è pari a 1,2 su una scala da 0 a 3. È emerso che solo il 32% degli intervistati presta attenzione alla sicurezza dei siti internet prima di concludere transazioni, mentre solo il 40% è consapevole che le reti pubbliche wi-fi non garantiscono la sicurezza negli acquisti. Da ultimo, il 50% non presta attenzione alle condizioni contrattuali quando effettua acquisti online.
Dati che fanno riflettere
Il quadro emerso da questa nuova indagine di Banca d’Italia è particolarmente preoccupante, in quanto è allineato agli indici DESI dell’Unione Europea che, da tempo, segnalano le lacune digitali non solo tra i professionisti, ma anche degli europei di età compresa tra 16 e 74 anni dove solo il 54% possiede almeno conoscenze digitali di base.
Relativamente all’indagine di Banca d’Italia, in merito alle competenze di finanza digitale, il punteggio degli italiani è in media pari a 4,4 su una scala da 0 a 10. I punteggi rilevati, che variano in base ad alcune caratteristiche delle persone, sono maggiori tra chi è più istruito, sono più alti nelle regioni del Nord e tra gli adulti nella fascia d’età compresa tra i 35 e i 64 anni. Nel punteggio complessivo di finanza digitale, va sottolineato poi un divario di genere che penalizza le donne (4,4 punti contro i 4,5 degli uomini) e che risulta inferiore, in termini percentuali, a quello rilevato nell’alfabetizzazione finanziaria.
Va da sé che, man mano che gli strumenti digitali diventano parte integrante della vita quotidiana e della partecipazione alla società, le persone prive di conoscenze digitali adeguate rischiano di essere lasciate indietro e di andare incontro a sempre maggiori difficoltà.
© Copyright - Tutti i diritti riservati - Giuffrè Francis Lefebvre S.p.A.
Rimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
Per continuare a vederlo e consultare altri contenuti esclusivi abbonati a QuotidianoPiù,
la soluzione digitale dove trovare ogni giorno notizie, video e podcast su fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti e mondo digitale.
Abbonati o
contatta il tuo
agente di fiducia.
Se invece sei già abbonato, effettua il login.