lunedì 17/07/2023 • 06:00
Il datore di lavoro che si trova a dover gestire dal punto di visita amministrativo l'elaborazione di un cedolino paga del lavoratore impatriato dovrà appurare la spettanza della relativa agevolazione fiscale e applicarla dal periodo di paga successivo alla richiesta del lavoratore.
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Un datore di lavoro privato inquadrato nel settore Terziario ha assunto, il 1° giugno 2023, un lavoratore con un contratto a tempo indeterminato e mansioni impiegatizie, a cui ha riconosciuto una retribuzione annua lorda pari ad euro 38.000,00 da corrispondersi in 14 mensilità. Il lavoratore ha dichiarato di aver diritto all'applicazione dell'agevolazione per lavoratori impatriati a decorrere dall'anno d'imposta 2023, in quanto sostiene: di aver trasferito la residenza in Italia, nel comune di Milano, in data 25 maggio 2023; di essere stato residente a Parigi, prima del trasferimento in Italia e, nello specifico, di essere stato residente all'estero per un periodo pari a n.5 anni; che si impegnerà a mantenere la residenza in Italia per almeno un biennio. La normativa applicabile La disciplina dell'agevolazione per lavoratori impatriati risulta integralmente contenuta all'interno dell'art. 16 del D.Lgs. 147/2015, i cui commi 1 e 2 definiscono la platea dei potenziali beneficiari dell'agevolazione: Art. 16, comma 1 Art. 16, comma 2 Lavoratori che trasferiscono la residenza nel territorio dello Stato e che: non sono stati residenti in Italia nei due periodi d'imposta p...
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