Il CNDCEC ha pubblicato le traduzioni di cinque degli standard ESRS (European Sustainability Reporting Standards) elaborati da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) su incarico della Commissione europea che definiscono le regole a cui le imprese sono tenute a conformarsi nel rendicontare impatti, rischi e opportunità legati alla sostenibilità, secondo quanto previsto dalla CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive (Dir. 2022/2464/EU).
Più in particolare, gli standard tradotti dal Consiglio sono i due standard cross cutting:
ESRS 1 General Requirements,
ESRS 2 General Disclosures,
e i primi tre standard topic e sector agnostic sull’ambiente:
ESRS E1 Climate change,
ESRS E2 Pollution,
ESRS E3 Water and marine resources.
Gli altri standard topic e sector agnostic elaborati finora da EFRAG sono:
ESRS E5 Resource use and circular economy,
ESRS S1 Own workers,
ESRS S2 Workers in the value chain,
ESRS S3 Affected communities,
ESRS S4 Consumers and end-users,
ESRS G1 Business conduct.
Il mandato di EFRAG include anche lo sviluppo delle informazioni che le imprese dovranno divulgare in base al loro settore di attività, cioè gli standard sector specific. Per questo motivo, a settembre 2022, EFRAG ha avviato lo sviluppo del primo set di tali standard che include la classificazione settoriale SEC1 e 4 standard settoriali:
Estrazione mineraria;
Petrolio e gas;
Trasporti su strada;
Agricoltura, Coltivazione e Pesca.
I principi ESRS vanno nella direzione della realizzazione di un nuovo sistema di rendicontazione della sostenibilità in Europa, che vedrà le imprese interessate dalla nuova normativa impegnate a fornire un report di sostenibilità sulle proprie strategie e modelli di business, sulla governance e sull’organizzazione, sulle valutazioni di rilevanza di impatti, rischi e opportunità legati alla sostenibilità, nonché su politiche, obiettivi, piani d’azione e performance.
Lo scorso novembre EFRAG, in qualità di consulente tecnico, ha sottoposto la bozza del primo set di principi ESRS all’attenzione della Commissione Europea. Tale primo set di principi, che tiene conto degli input ricevuti dalla consultazione pubblica (maggio-luglio 2022) e delle revisioni finali al testo della direttiva CSRD, è composto da due principi a carattere trasversale la cui validità è estesa a tutte le imprese: l’ESRS 1, che include requisiti generali applicabili a prescindere dall’argomento, e l’ESRS 2, che contiene le informazioni generali da comunicare e si applica anch’esso questo a prescindere dall’argomento.
Ci sono poi i principi tematici, che trattano in maniera più approfondita specifici argomenti. Cinque principi ambientali che si occupano in particolare di cambiamenti climatici, inquinamento, risorse idriche e marine, biodiversità ed ecosistemi, utilizzo delle risorse ed economia circolare. Quattro principi su tematiche sociali: forza lavoro propria, lavoratori nella catena del valore, consumatori e utilizzatori finali, comunità interessate. E infine un principio unico sulla governance: condotta aziendale (v. sopra).
Gli standard emessi e non ancora tradotti saranno disponibili a breve sul sito del Consiglio nazionale.
Le aziende che, in Europa, saranno interessate dalla rendicontazione di sostenibilità sono stimate in oltre 50.000. Le disposizioni si applicano agli esercizi finanziari che iniziano:
il 1° gennaio 2024 per le grandi aziende di interesse pubblico, le banche e le compagnie assicurative già soggette alla NFRD, Direttiva sulla Rendicontazione Non Finanziaria (Dir. 2014/95/EU);
il 1° gennaio 2025 per le grandi aziende attualmente non soggette alla NFRD;
il 1° gennaio 2026 per le piccole e medie imprese quotate e altre imprese;
le PMI possono optare per l'esenzione fino al 2028.
Le informazioni sulla sostenibilità devono essere riportate nella relazione sulla gestione e devono essere sottoposte a revisione.
Gli ESRS prendono in considerazione la normativa e le iniziative europee esistenti, nonché le iniziative europee e internazionali di rendicontazione della sostenibilità, agevolando l'interoperabilità con vari standard, come ISSB, TCFD e GRI, per evitare duplicazioni nell'adempimento delle informazioni da parte delle aziende.
Fonte: CS CNDCEC del 13 luglio 2023