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venerdì 14/07/2023 • 06:00

Speciali Tutela del dipendente

Whistleblowing: l’INPS pubblica le procedure operative

Con l'entrata in vigore della nuova normativa in tema di whistleblowing, prevista per il 15 luglio 2023, l'INPS fornisce, con la Circ. n. 64 del 13 luglio 2023, le disposizioni attuative per la tutela del dipendente o collaboratore che segnali illeciti in grado di pregiudicare l'ente, l'impresa o l'interesse pubblico.

di Massimiliano Matteucci - Consulente del lavoro - Nexumstp Spa

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Il Governo, con il D.Lgs. 24/2023, ha reso operativa sul nostro territorio la Direttiva Comunitaria 2019/1937 in tema di “protezione delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o dell'Unione europea che ledono l'interesse pubblico o l'integrità dell'amministrazione pubblica o dell'ente privato, di cui siano venute a conoscenza in un contesto lavorativo pubblico o privato”.

Le norme introdotte dal decreto riguardano sia i datori di lavoro pubblici sia quelli privati, con una timeline di decorrenza differente a seconda della tipologia di soggetto: dal 15 luglio 2023 tutti gli enti pubblici ed i soggetti privati che occupano almeno 250 lavoratori devono rendere operative le nuove misure a tutela dei whistleblowers.

Le indicazioni INPS

L'INPS interviene sul tema con Circolare 13 luglio 2023 n. 64, fornendo le istruzioni operative per la corretta gestione delle segnalazioni da parte di dipendenti e collaboratori (a vario titolo) dell'Istituto: partendo da una introduzione dei nuovi adempimenti, che aggiornano quelli precedentemente previsti dalla L. 179/2017, la circolare analizza i canali di comunicazione delle segnalazioni e le modalità del trattamento ai fini privacy.

Come precisato dalla circolare in parola, le tutele sono destinate ai soggetti (che siano dipendenti, collaboratori, liberi professionisti ed altre categorie) che segnalano violazioni di cui sono venuti a conoscenza nell'ambito del proprio contesto lavorativo, comprendendo anche i cosiddetti facilitatori, ovvero persone vicine ai segnalanti, quali colleghi, parenti o affetti stabili.

Tali tutele si esprimono mediante il divieto di alcun tipo di ritorsione nei confronti dei segnalatori da parte degli enti e delle società per cui gli stessi operano: risulta pertanto espressamente vietato il licenziamento, la sospensione, il demansionamento, il trasferimento o qualsiasi altro comportamento ritorsivo nei confronti del segnalatore.

Le segnalazioni

Oggetto delle segnalazioni possono essere sia violazioni già commesse, sia violazioni che potrebbero verosimilmente esserlo.

La segnalazione potrà essere di due tipologie, così come esprime anche il contenuto della circolare n. 64/2023: la segnalazione sarà interna mediante la rappresentazione della violazione al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), per il tramite di apposita procedura informatica accessibile dalla homepage della rete intranet seguendo il percorso “Funzioni centrali” > “Direzione centrale Supporto agli Organi e Internal Audit” > sezione “Anticorruzione/trasparenza” > “Whistleblower”.

Qualora la segnalazione interna non dovesse aver seguito, ovvero nel caso in cui il segnalatore abbia fondati motivi di ritenere che, se effettuasse una segnalazione interna, alla stessa non sarebbe dato efficace seguito ovvero che la stessa segnalazione possa determinare il rischio di ritorsione, il whistleblower potrà ricorrere alla segnalazione esterna ad ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione), che dovrà dare riscontro al whistleblower entro 3 mesi oppure, qualora ricorrano giustificate e motivate ragioni, entro 6 mesi dalla data di avviso di ricevimento della segnalazione esterna.

Gli aspetti privacy

Il punto 5 della Circolare introduce l'aspetto privacy collegato all'adempimento in trattazione, specificando le modalità con cui l'Istituto garantisce la gestione riservata delle segnalazioni, precisando le tempistiche di riposta massime in capo all'RPCT (tre mesi dalla segnalazione), le modalità di gestione e le tempistiche di conservazione del dato; in merito a questo ultimo aspetto la circolare prevede che “le segnalazioni e la relativa documentazione sono conservate per il tempo necessario al trattamento della segnalazione e comunque non oltre cinque anni a decorrere dalla data della comunicazione dell'esito finale della procedura di segnalazione, nel rispetto degli obblighi di riservatezza, previsti dalla normativa in materia”.

Con questa disposizione l'INPS chiarisce che assume le disposizioni già fornite dal Garante, che definisce il tempo massimo di conservazione del dato nella misura di 5 anni, rispetto alla misura di 10 anni stabilita da Anac.

Come segnalare

Il documento si conclude con l'indicazione delle misure per la segnalazione in capo ai collaboratori che, diversamente dai dipendenti, dovranno inoltrate al RPCT tramite il “Modulo segnalazioni whistleblowing”, debitamente compilato e sottoscritto, richiesta mediante casella di posta elettronica whistleblowing@INPS.it. Il modulo è pubblicato nella sottosezione di primo livello “Altri contenuti” > “Prevenzione della corruzione” della sezione “Amministrazione Trasparente” del portale internet istituzionale, ed è editabile on line.

Fonte: Circ. INPS 13 luglio 2023 n. 64

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Marcella De Trizio

- Avvocato - Studio ArlatiGhislandi

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