lunedì 26/06/2023 • 06:00
L’ONU ha fornito indicazioni per lo sviluppo di un’economia su scala mondale sostenibile. In tale quadro, il fisco è chiamato a svolgere un ruolo proattivo: dalla costruzione di un rapporto di fiducia con i contribuenti al rafforzamento della cooperazione internazionale ed alle nuove sfide poste dalla digitalizzazione progressiva delle economie.
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Nel documento “Financing for sustainable report 2023” l'ONU ha analizzato, apparentemente con esito negativo, la situazione in cui versa l'economia mondiale. L'obiettivo sulla base del quale l'organizzazione internazionale propone correttivi all'attuale contrazione nell'andamento delle economie e degli scambi internazionali è quello di uno sviluppo sostenibile.
Tra le macro-aree oggetto di analisi nel documento in commento vi è anche il settore fiscale.
Secondo l'ONU, le crisi finanziarie ed economiche, il debito pubblico, nonché il poco spazio riservato alle politiche fiscali avrebbero peggiorato le condizioni finanziarie della generalità dei paesi; pertanto le risorse pubbliche (i.e. le imposte versate dai contribuenti) rimarrebbero l'unico strumento disponibile per poter sostenere uno sviluppo disponibile.
L'Organismo internazionale ricorda che un sistema fiscale efficiente è alla base del cd. contratto sociale, nel quale i contribuenti versano le imposte e, corrispondentemente, i governi forniscono servizi e beni pubblici di valore. Pertanto, una politica fiscale efficiente determinerebbe un maggiore investimento nei servizi pubblici, stimolando così la compliance dei contribuenti. Al fine di raggiungere detto risultato, l'ONU fornisce una serie di indicazioni.
Le sfide dell'Amministrazione finanziaria
Nell'agenda dell'ONU le Amministrazioni finanziarie hanno un ruolo primario: le stesse sono innanzitutto chiamate a costruire un rapporto di fiducia con i contribuenti, anche attraverso campagne pubblicitarie. Sono inoltre deputate a semplificare gli adempimenti fiscali, così da stimolare la tempestiva dichiarazione dei redditi ed i versamenti delle imposte: si tratterebbe di una vera e propria operazione di “compliance by design” (in questo sarebbe già agevolata dall'introduzione di strumenti di pagamento elettronici).
Le tax expenditures
Le agevolazioni fiscali (crediti di imposta, deduzioni, detrazioni etc.) avrebbero un ruolo chiave nello sviluppo di un fisco e di un'economia sostenibile: infatti le stesse, a dire dell'ONU, potrebbero avere un forte impatto sull'equità, sull'efficienza e sulle ineguaglianze. Non a caso, nei paesi in via di sviluppo, è frequente l'uso di esenzioni dall'imposta sul reddito delle società, mentre sono più rare sia l'uso di aliquote ridotte che quello di sgravi fiscali, mentre l'utilizzo di crediti di imposta sarebbe raro.
Sarebbe necessario inoltre utilizzare una maggiore trasparenza: infatti, solo analizzando l'impatto delle agevolazioni fiscali sulle entrate è possibile discutere dell'effettiva utilità di un incentivo.
La cooperazione internazionale
Sull'argomento l'organizzazione internazionale registra un trend crescente attraverso lo scambio di informazioni, il cui livello sarebbe tornato a quelli della fase “pre-Covid”, consentendo il recupero di risorse. Secondo i dati in possesso dell'ONU, alla fine del 2022 più di 100 giurisdizioni farebbero uso dello scambio di informazioni automatico sui conti finanziari dei contribuenti stranieri. Tuttavia, sembrerebbe che alcuni paesi si trovino in una fase embrionale nell'implementazione dello scambio di informazioni, mentre quelli in via di sviluppo non si avvarrebbero ancora di tale strumento.
È stato inoltre stimato che gli scambi di informazioni tra le amministrazioni finanziarie sulla rendicontazione paese per paese (che in Italia è stata introdotta dall'art. 1 commi 145 – 146 della L. n. 208/2015), siano stati più di 3300 e che, pur avendo alcuni dei paesi “meno sviluppati” (cd. “least developing countries”) sottoscritto la convenzione sul country-by-country reporting, non sarebbero da essi pervenute rendicontazioni paese per paese.
La cd. “digitalisation of the economy” ed i “Pillar 1 e 2”
Il futuro della fiscalità internazionale è rappresentato dalla tassazione dell'economia digitalizzata. In proposito il documento segnala che lo UN Tax Committee sta sviluppando un “fast track instrument” (FTI) che consente di inserire più celermente nel Modello di convenzione contro le doppie imposizioni disposizioni riguardanti la tassazione di servizi automatizzati digitali (segnatamente l'art. 12 B).
Non da ultimo, il documento ricorda che si è in attesa del recepimento della convenzione multilaterale dell'Inclusive Framework dell'OCSE/G20 dedicato al cd. Pillar one, che consentirebbe di riallocare la potestà impositiva sui profitti delle multinazionali nelle giurisdizioni dove gli stessi sono prodotti, permettendo la tassazione di quelli derivanti dai servizi digitali.
Diversamente il cd. Pillar two introduce la global minimum tax e dovrebbe avere un impatto maggiore in termini di entrate, disincentivando fenomeni di erosione della base imponibile, come nel caso degli interessi e delle royalties, mediante la conservazione in capo ai paesi di poteri di tassazione alla fonte.
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