venerdì 23/06/2023 • 06:00
La CGUE è stata interpellata dall'autorità giudiziaria austriaca in merito ad una questione concernente il diritto del datore di lavoro a ricevere l'indennizzo corrispondente alle retribuzioni riconosciute ai dipendenti assenti dal lavoro a seguito dell'accertamento della positività al virus COVID-19.
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Alcuni dipendenti (cittadini sloveni ed ungheresi) di un hotel austriaco sono risultati postivi al test per il COVID-19 e di ciò veniva informata l'autorità sanitaria austriaca che a sua volta, invece di disporre autonomamente misure di confinamento, ha informato le autorità competenti degli stati membri (Slovenia ed Ungheria) le quali hanno ordinato a detti dipendenti l'osservanza di periodi di confinamento presso le loro rispettive abitazioni. L'hotel datore di lavoro, in osservanza della legislazione austriaca (emergenziale e non) vigente in materia, per tali periodi ha continuato regolarmente a corrispondere la retribuzione ai lavoratori ed ha poi chiesto all'autorità amministrativa, in surroga ai lavoratori, l'indennizzo per il mancato guadagno. L'autorità amministrativa ha respinto la richiesta e la società proponeva ricorso innanzi al Tribunale amministrativo austriaco. Tale autorità ha respinto il ricorso motivando che il confinamento imposto ai lavoratori derivava da decisioni o attestazioni di autorità straniere e che solo una decisione fondata su un provvedimento amministrativo in applicazione della normativa interna austriaca faceva sorgere il diritto ad un indennizzo.
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