Il 55,9% dei 2000 Consulenti del Lavoro intervistati dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nell’ambito dell’indagine dal titolo “Il welfare aziendale: diffusione e prospettive nelle PMI” afferma che, sebbene permangano dubbi sulle politiche da adottare, le PMI italiane, nel biennio passato, hanno puntato di più sul welfare aziendale.
Le PMI e il rapporto con in welfare aziendale
l cambio di paradigma nelle PMI rilevato dalla survey, favorito dalla pandemia e dall’escalation inflazionistica, sembrerebbe ormai consolidato: il 61,1% del campione, infatti, ritiene che nel 2023-2026 il welfare si diffonderà ulteriormente, con particolare riguardo agli strumenti di sostegno diretto alle famiglie (77,4%), all’area salute e assistenza (38,1%), alla conciliazione vita-lavoro (33,5%) e, in quota minore, alla formazione e all’aggiornamento professionale (21,9%) e alla previdenza (18,6%).
Per le PMI italiane, poi, welfare aziendale è sinonimo di buoni pasto: immediati, flessibili e smart. È il 39,8% degli intervistati a definirli “molto diffusi” e il 42,2% “abbastanza diffusi”, con una loro concentrazione soprattutto al Centro e al Sud. Seguono i buoni benzina (40,3%) e quelli multicategoriali (34,6%). Una tendenza che potrebbe non rallentare: da qui a 3 anni, infatti, i buoni benzina cresceranno più di tutti (49,1%).
Ma il welfare è un costo per le aziende?
Sempre secondo l’indagine, permane la preoccupazione che il welfare aziendale possa rappresentare un “costo aggiuntivo” per l’impresa (31,3%), e la scarsa conoscenza degli strumenti a disposizione (24,1%), in particolare al Centro e al Sud, insieme con la “complessità di gestione” (21,1%) rappresentano gli elementi maggiormente percepiti come limitanti per le PMI. A fare la differenza, sotto quest’ultimo profilo, potrebbero essere una maggiore semplificazione, grazie al digitale, di strumenti e processi, oltre alla previsione di incentivi alle aziende che erogano tali prestazioni. Volàno dell’informazione, invece, le piattaforme per l’accesso ai servizi di welfare, ancora “poco” diffuse (55,4%).
Le parole del Presidente De Luca
Rosario De Luca, Presidente del CNO, afferma che “L’indagine mette nero su bianco la funzione essenziale svolta dai professionisti intermediari nell’orientare e assistere le aziende nell’attuazione delle politiche di welfare aziendale. Puntare su questi strumenti è una scelta che ci impone il mercato, con i lavoratori che cercano un miglior work-life balance e i datori più attenti alle esigenze dei dipendenti. È fondamentale, allora, avvalersi di chi conosce questi strumenti, anche grazie al lavoro svolto quotidiano al fianco delle imprese”.
Fonte: Comunicato stampa Consulenti del Lavoro 5 giugno 2023
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