venerdì 19/05/2023 • 12:11
Il CNO dei Consulenti del Lavoro, in audizione al Senato, ha avanzato alcune proposte per modificare e migliorare le disposizioni, che riguardano lavoratori e aziende, contenute nel recente Decreto Lavoro, in vista della sua prossima conversione in Legge.
redazione Memento
Il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, nella persona del Vicepresidente Francesco Duraccio e del Consigliere Nazionale Luca De Compadri, in merito a quanto previsto dal nuovo Decreto Lavoro (DL 48/2023), entrato in vigore lo scorso 5 maggio (rispetto al quale la Categoria esprime un giudizio globalmente positivo, soprattutto per il fine semplificatorio che lo contraddistingue) ha avanzato alcune proposte di modifica e miglioramento, così da rendere il Decreto ancora più di aiuto per lavoratori, professionisti e aziende. Nella tabella sottostante, oltre a riepilogare i principali temi del Decreto Lavoro, sono elencate le proposte del CNO. Argomento analizzato Cosa prevede il Decreto Lavoro La proposta del CNO Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e interventi di revisione dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento • È previsto un sostegno economico ai familiari degli studenti delle scuole o istituti di istruzione di ogni ordine e grado, anche privati, comprese le strutture formative per i percorsi di istruzione e formazione professionale e le Università, deceduti a seguito di infortuni occorsi, successivamente al 1° gennaio 2018, durante le attività formative. • Le imprese iscritte nel registro nazionale per l'alternanza scuola-lavoro devono integrare il proprio DVR con un'apposita sezione ove siano indicate le misure specifiche di prevenzione dei rischi e i DPI da adottare per gli studenti. La sicurezza sul lavoro nelle scuole deve essere valutata come il primo strumento di formazione dei lavoratori e i datori del lavoro del futuro. A tal fine, si ritiene utile suggerire l'inserimento dell'obbligo di insegnamento di tale disciplina nelle scuole Contratto di lavoro a termine È affidato all'autonomia sindacale il compito di realizzare un equilibrato contemperamento tra le esigenze di flessibilità delle imprese e la tutela dei lavoratori, marginalizzando il rischio di contenzioso. È auspicabile una precisazione in riferimento alla decorrenza dell'applicazione della normativa, differenziando bene tra nuovo contratto a termine e proroga. Semplificazioni in materia di informazioni e di obblighi di pubblicazione in merito al rapporto di lavoro L'obbligo di informazione al lavoratore può essere ora assolto con la mera indicazione del riferimento normativo o del contratto collettivo, anche aziendale, che ne disciplina le materie. Si propone una modifica normativa attraverso cui l'obbligo di consegnare o mettere a disposizione del personale i contratti collettivi nazionali possa essere assolto anche mediante semplice rinvio al sito internet istituzionale del ministero del Lavoro, onerando il datore di lavoro dell'obbligo di mettere a disposizione esclusivamente eventuali contratti collettivi aziendali o regolamenti aziendali. Incentivi all'occupazione giovanile Viene riconosciuto un incentivo - concesso per un periodo di 12 mesi e nella misura del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali - ai datori di lavoro privati per le nuove assunzioni, effettuate dal 1° giugno 2023 al 31 dicembre 2023, a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione, o con contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere, di giovani al di sotto dei 30 anni con determinati requisiti. In considerazione della prossima chiusura delle iscrizioni al programma garanzia giovani (a cui devono aderire i lavoratori da assumere) in tali Regioni, si potrebbe riscontrare una disparità di opportunità e trattamento tra i soggetti NEET già registrati prima della chiusura del piano operativo e coloro che invece ancora non hanno avuto la possibilità di iscriversi. Esonero parziale dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti Per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 aumenta la percentuale di esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti portandola dal 2% al 6% se la retribuzione imponibile non eccede l'importo mensile di € 2.692, e dal 3% al 7% se la medesima retribuzione non eccede l'importo mensile di € 1.923. È auspicabile rendere strutturale, con apposita previsione normativa, questa misura che ad oggi è prevista in via sperimentale per il solo 2023. Misure fiscali per il welfare aziendale È previsto l'incremento, per il 2023, della soglia di non imponibilità (art. 51, c. 3, TUIR) a € 3.000 per i soli lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico. • Si ritiene di rilevante importanza un chiarimento normativo volto a precisare che la non concorrenza al reddito sotto il profilo fiscale abbia uguali effetti anche dal punto di vista contributivo e che quindi la somma sia esente da contribuzione. • Si propone di innalzare il limite di € 258,23 sino alla soglia di € 1.000 per i lavoratori dipendenti che non hanno figli a carico. Fonte: Com. stampa Consulenti del Lavoro 18 maggio 2023; Audizione CNO al Senato 17 maggio 2023
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