mercoledì 10/05/2023 • 06:00
Online la nuova versione delle linee interpretative per supportare gli enti locali che devono approvare i piani finanziari e le tariffe della TARI per l'anno 2023.
redazione Memento
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Ai fini della tariffazione della TARI i Comuni devono prendere cognizione delle risultanze dei fabbisogni standard del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. A confermarlo è la versione aggiornata delle Linee guida pubblicate dal Dipartimento delle Finanze per supportare gli enti locali che devono approvare i piani finanziari e le tariffe della TARI per l'anno 2023. Le Linee, in particolare, forniscono le indicazioni per il calcolo del fabbisogno standard di ciascun comune (o gruppo di comuni) in linea con le componenti del costo standard per tonnellata approvate dalla Commissione Tecnica per i Fabbisogni Standard (CTFS) e con l'aggiornamento dei dati relativi ai fabbisogni standard elaborato nel corso del 2022 e approvato nel febbraio 2023.
Dalla versione aggiornata emerge, dunque, che le risultanze dei fabbisogni standard del servizio rifiuti rappresentano un valore di riferimento, per ciò che riguarda la determinazione del coefficiente di recupero di produttività e le valutazioni relative al superamento del limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie.
Come noto, la legge di Bilancio 2014 prevede che “a partire dal 2018, nella determinazione dei costi di cui al comma 654, il comune deve avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard” (art. 1 c. 653 L. 147/2013). Il costo del servizio rifiuti deve essere interamente finanziato dal relativo prelievo, la tassa sui rifiuti (TARI), che può essere declinata anche in termini di tariffa corrispettiva. Successivamente, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) ha definito i criteri di calcolo e riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento (deliberazione 31 ottobre 2019, n. 443 e il relativo allegato MTR), approvando, in seguito, il Metodo Tariffario per il servizio integrato di gestione dei Rifiuti per il secondo periodo regolatorio 2022-2025, cd. MTR-2 (deliberazione 3 agosto 2021 n. 363). Il nuovo Metodo prevede l'uso del fabbisogno standard come benchmark di riferimento per il costo unitario effettivo del servizio di gestione dei rifiuti urbani, in particolare per la determinazione del coefficiente di recupero di produttività Xa, nonché per le valutazioni relative al superamento del limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie per assicurare il raggiungimento dei previsti miglioramenti di qualità ovvero per sostenere il processo di integrazione delle attività gestite.
Le nuove Linee, predisposte dalle Finanze con la collaborazione di IFEL e di SOSE, hanno la finalità di inquadrare il contesto applicativo dei provvedimenti in esame e facilitarne l'attuazione da parte dei comuni per la predisposizione dei piani finanziari relativi al quadriennio 2022-2025.
Nel caso in cui gli enti locali abbiano già approvato le tariffe della TARI, in assenza della pubblicazione delle nuove linee guida, possono intervenire successivamente e comunque nel rispetto del termine di approvazione del bilancio di previsione, per tener conto delle risultanze dei fabbisogni standard.
Si ricorda che le risultanze dei fabbisogni standard sono a oggi disponibili solo per le regioni a statuto ordinario. Pertanto, la norma recata dal comma 653 in questione non è applicabile nei confronti dei comuni delle regioni a statuto speciale.
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La TARI è la tassa sul servizio di gestione dei rifiuti urbani ed è a carico dell'utilizzatore dell'immobile, quindi di colui che occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani.
Paola Aglietta
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