lunedì 08/05/2023 • 06:00
Entra in vigore il Decreto Lavoro il quale, un po' a sorpresa, prevede che le nuove nomine nelle Partecipate siano fatte tenendo conto del contenimento dei costi e privilegiando componenti variabili della remunerazione legate alle performance aziendali.
Ascolta la news 5:03
In data 4 maggio 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DL 48/2023 denominato “Misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro” entrato in vigore il 5 maggio (“Decreto”).
Ambito di applicazione
Il Decreto prevede disposizioni in vari ambiti, anche molto diversi tra loro, prevalentemente legati tra loro dal razionale dell'atto in parola, sostanzialmente rinvenibile nell'introdurre misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro.
Il Decreto prevede misure volte a ridurre il cuneo fiscale, per la parte contributiva, nei confronti dei lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 euro lordi annui; a contrastare la povertà e l'esclusione sociale, con particolare attenzione per le famiglie al cui interno siano presenti soggetti fragili, minori o anziani; a promuovere politiche attive del lavoro, con l'obiettivo di assicurare un'adeguata formazione a chi non ha un'occupazione ed è in grado di svolgere un'attività lavorativa e di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Si introducono poi interventi urgenti volti a rafforzare le regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni e si modifica la disciplina del contratto di lavoro a termine.
Società Partecipate
All'interno del Decreto è, tuttavia, stata altresì prevista una disposizione concernente il contenimento dei costi di governance delle cosiddette società partecipate (“Partecipate”) ossia quelle in cui lo Stato Italiano attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze (“MEF”) detiene, direttamente o indirettamente, partecipazioni nel capitale. Suddette partecipazioni, che possono essere azionarie in società quotate, in società con strumenti finanziari quotati, in società non quotate, costituiscono un fenomeno di rilievo nel panorama economico italiano. Due sono le principali categorie di riferimento: le società a partecipazione pubblica e le società a controllo pubblico. Entro il 31 gennaio di ogni anno viene pubblicato, sul sito del Dipartimento del Tesoro, e poi aggiornato annualmente, l'elenco delle società partecipate con organi sociali in scadenza.
Occorre innanzitutto chiarire che il MEF gestisce le proprie partecipazioni nei modi e con gli strumenti tipici di qualsiasi azionista attraverso:
Organi Sociali Partecipate
È innanzitutto utile precisare che la composizione degli organi sociali nelle Partecipate, nonché le procedure previste per la loro nomina sono disciplinate dal codice civile e, ove specificamente previsto, da disposizioni speciali poste da fonti normative primarie e regolamentari, in ragione sia della presenza di profili di natura pubblicistica sia della pluralità delle amministrazioni coinvolte. La nomina o designazione di candidature al ruolo di amministratore unico, membro del consiglio di amministrazione o del collegio sindacale nelle società implicano l'esercizio di un'attività di indirizzo politico-amministrativo ai sensi dell'art. 4 D. Lgs. 165/2001, recante “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.
Pertanto, la titolarità della loro adozione è individuata in capo all'organo di governo del MEF. Gli atti concernenti l'individuazione e la valutazione di profili professionali nell'ambito delle procedure selettive utili alla composizione degli organi di amministrazione e controllo nelle Partecipate sono sottratti al diritto di accesso, per effetto di quanto previsto dal DM 561/1995.
Riduzione dei Costi di gestione
In tale contesto, è di immediata comprensione la rilevante portata innovativa prevista, un po' a sorpresa in quanto non preannunciata, dal Decreto allorquando con l'articolo 43 prevede sostanzialmente una valutazione sui e riduzione dei, compensi degli organi sociali delle Partecipate volta a contenere i costi.
Nello specifico, l'art. 43 prevede che il MEF, nell'esercizio dei diritti dell'azionista inerenti all'approvazione della politica di remunerazione, esercita il diritto di voto al fine di assicurare che, per gli incarichi conferiti a decorrere dal 5 maggio 2023 vengano adottate strategie dirette a:
a) contenere i costi di gestione;
b) privilegiare le componenti variabili direttamente collegate alle performance aziendali e a quelle individuali rispetto a quelle fisse;
c) escludere o comunque limitare i casi e l'entità delle indennità e degli emolumenti in qualunque modo denominati corrisposti a causa o in occasione della risoluzione del rapporto di lavoro riconducibile alla volontà del lavoratore e nei casi di fine mandato.
La novella normativa è tanto chiara quanto foriera di dibattito, anche considerando che proprio in questi giorni sono in scadenza gli organi sociali di alcune tra le principali Partecipate per cui la novità normativa sarà immediatamente applicabile e potrebbe causare qualche polemica nonché incidere sulla scelta dei manager soprattutto se provenienti dal settore privato dove i compensi seguono logiche di mercato. Basti pensare che sono in scadenza gli organi sociali di Partecipate come ENEL, ENI, Leonardo e Poste di assoluta centralità non solo per il sistema economico-finanziario ma anche geopolitico e strategico considerando l'accresciuta importanza di queste aziende a seguito del conflitto russo-ucraino.
© Copyright - Tutti i diritti riservati - Giuffrè Francis Lefebvre S.p.A.
Rimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
Per continuare a vederlo e consultare altri contenuti esclusivi abbonati a QuotidianoPiù,
la soluzione digitale dove trovare ogni giorno notizie, video e podcast su fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti e mondo digitale.
Abbonati o
contatta il tuo
agente di fiducia.
Se invece sei già abbonato, effettua il login.