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lunedì 24/04/2023 • 06:00

Fisco Dal Parlamento Europeo

CBAM: in arrivo nuovi dazi ambientali sulle merci importate

I settori dell’acciaio, cemento, alluminio, elettricità, idrogeno e dei fertilizzanti, dal gennaio 2026, saranno soggetti al pagamento del CBAM, un nuovo dazio ambientale destinato a riequilibrare il dumping ecologico. Questo è quanto deciso dall’Europarlamento con l’approvazione del c.d. pacchetto misure ambientali.

di Sara Armella - Avvocato, Studio legale Armella & Associati

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  • Tempo di lettura 5 min.
  • Ascolta la news 5:03

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Il CBAM : un nuovo dazio per limitare il fenomeno del dumping ecologico

Il CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) è un meccanismo di aggiustamento delle emissioni di carbonio alle frontiere dell'Unione europea, che si sconta mediante il pagamento di un dazio doganale all'importazione. Il nuovo dazio ha l'obiettivo di garantire che le merci importate da Paesi extra unionali scontino un onere economico per le loro emissioni di carbonio, in misura almeno pari a quanto pagato dagli imprenditori europei nell'ambito delle ETS (Emission Trading Europeo), ossia del sistema di scambio delle quote di emissione.

Questa nuova misura, adottata a livello europeo, può definirsi pionieristica. L'introduzione del CBAM persegue due obiettivi:

  • da un lato, la tutela ambientale e il contrasto alle emissioni inquinanti;
  • dall'altro, contrastare la delocalizzazione delle imprese europee, che negli anni passati hanno trasferito all'estero le produzioni a maggiore impatto ambientale, approfittando di normative meno rigorose e di minori costi produttivi, anche del lavoro.

Secondo quanto stimato dalla Commissione europea, l'introduzione di tale dazio dovrebbe aumentare il gettito a favore delle casse dell'Unione per una cifra che si aggira tra i 9 e i 14 miliardi di euro annui.

Questa imposta coprirà sia le emissioni dirette, come quelle generate dalla produzione di “beni CBAM” (elettricità, cemento e alluminio) sia le emissioni indirette, come quelle generate dall'elettricità utilizzata nella produzione di suddetti beni.

In un primo momento i certificati serviranno per l'importazione di cemento, fertilizzanti, ferro e acciaio, alluminio, elettricità e idrogeno, ma l'obiettivo dell'Unione europea sembrerebbe di estendere tale misura anche ad altri materiali.

Resteranno esenti dal pagamento di questa nuova imposta gli importatori da Paesi che adottano il sistema ETS dell'Unione, come Islanda, Norvegia e Liechtenstein o che sono collegati al sistema ETS unionale, come la Svizzera. Secondo alcuni commentatori si starebbe studiando un meccanismo per dichiarare esenti anche altri Paesi.

Percorso di adozione europeo

Il percorso che ha portato all'approvazione del pacchetto misure ambientali del 18 aprile 2023 è stato segnato da due importanti date.

La proposta legislativa di introdurre la CBAM, infatti, risale al 14 luglio 2021 data di presentazione da parte della Commissione europea come parte essenziale del c.d. pacchetto “Green Deal”, incentrato sul contrasto ai cambiamenti climatici e sulla tutela e salvaguardia dell'ambiente.

Il raggiungimento di un accordo sul testo finale del regolamento CBAM tra i negoziatori del Consiglio e del Parlamento Ue è stato raggiunto il successivo 13 dicembre 2022.

Dopo l'approvazione dell'Europarlamento, il prossimo passaggio legislativo consiste nella delibera definitiva da parte del Consiglio europeo che si è mostrato favorevole a tali misure, concordando il testo della stessa. Tale approvazione dovrebbe avvenire nell'arco delle prossime settimane. 

Appare necessario segnalare, inoltre, che la Commissione europea, entro la fine del 2025, valuterà anche il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio derivante dall'esportazione di beni CBAM verso Paesi terzi e, se necessario, presenterà una proposta legislativa per affrontare tale rischio.

Nuovi obblighi di compliance

L'introduzione del CBAM obbliga gli importatori a presentare una dichiarazione in cui dovranno indicare il numero di merci importate nell'anno precedente e il totale delle loro emissioni.

Il calcolo delle emissioni nelle merci importate dovrà essere fatto sulla base delle emissioni dirette di gas serra in rapporto alle tonnellate di merci prodotte negli impianti di produzione.

L'adozione di questo nuovo dazio ambientale sarà graduale, al fine di permettere alle imprese di eseguire accurate indagini sull'origine dei prodotti importati e analizzare i quantitativi di carbonio emessi per la realizzazione del prodotto stesso, così da evitare una maggiorazione del costo finale della merce e consentire la valutazione della convenienza nel produrre in Paesi meno attenti all'ambiente.

Nello specifico, il legislatore ha previsto un primo periodo di transizione dal 1° ottobre 2023 al 31 dicembre 2025. Durante il suddetto primo periodo gli importatori unionali saranno soggetti a nuovi adempimenti di compliance che consisteranno in obblighi di comunicazione con i quali dovranno dichiarare quale merce importano. Fino alla fine del 2025 non dovranno, comunque, acquistare i certificati CBAM.

Fino al 2025, quindi, gli obblighi degli importatori saranno circoscritti alla presentazione di una relazione alla Commissione europea, in cui dovranno essere indicate:

  • le quantità di merci CBAM importate;
  • le emissioni incorporate in tali merci;
  • il prezzo del carbonio pagato nel Paese di origine per le emissioni incorporate, che sono calcolate sulla somma della CO2 emessa durante il ciclo di produzione di un bene.

Superata questa prima fase di rodaggio, con cui si studieranno e stimeranno i movimenti delle imprese che importano in UE, il CBAM entrerà pienamente in vigore.

Dal 1° genino 2026, gli importatori dell'Unione europea saranno obbligati ad acquistare i certificati CBAM corrispondenti alle emissioni incorporate dei beni importati.

Le emissioni saranno calcolate su valori predefiniti. Qualora siano inferiori a tali valori di riferimento, sarà onere dell'importatore dimostrarlo. 

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