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sabato 22/04/2023 • 06:00

Impresa Contrasto a riciclaggio e finanziamento terrorismo

Piano strategico UIF 2023-2025: mission e obiettivi in attesa della riforma UE

L'UIF ha diffuso il Piano Strategico 2023-2025 che parte dal dichiarato raggiungimento degli obiettivi indicati nell'omologo documento riferito al 2020-2022. Il Piano è figlio dell'attesa riforma della normativa europea e dell'assetto istituzionale che prevederà la costituenda Autorità Europea Antiriciclaggio ed un rafforzamento della cooperazione tra FIU.

di Giuseppe Alfieri - Avvocato

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  • Tempo di lettura 1 min.
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Il Piano Strategico 2023-2025 elaborato dall'UIF e pubblicato il 18 aprile 2023 va apprezzato perché costituisce, per come è articolato, un'ottima sintesi del ruolo, delle prerogative e dell'attività programmatica di un ente che, soprattutto tra i professionisti, tende ad assumere contorni non ben definiti, vuoi per il filtro offerto dagli organismi di autoregolamentazione, vuoi per la fisiologica ritrosia all'invio di una segnalazione di operazione sospetta da parte della categoria genericamente intesa. 

È ormai consolidata l'impostazione in base alla quale il contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo è diviso in due momenti, distinti ma funzionali tra loro: la prevenzione e la repressione. La prima è attività che il legislatore assegna ai soggetti obbligati, vincolandoli alla collaborazione attiva a favore delle istituzioni cui è demandata la seconda. Nel mezzo di questo scambio di informazioni, veicolato appunto per il tramite di flussi segnaletici di varia natura (a partire dalle “sos”), si colloca l'UIF la cui missione istituzionale è “quella di svolgere un'azione di prevenzione e contrasto” portando “all'attenzione degli organi investigativi” dati ed informazioni relativi ad attività funzionali al riciclaggio e al compimento dei reati presupposto.

Tra le attività declinate tra quelle svolte per il perseguimento degli scopi istituzionali avrebbe meritato forse un differente tenore letterale il richiamo alla “cura” della produzione normativa di competenza che, testo alla mano, sembrerebbe risolversi nella elaborazione e diffusione degli indicatori di anomalia e ad una sorta di assistenza tecnica nella “elaborazione della regolamentazione primaria e secondaria in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo”.

Il Regolamento per l'organizzazione e il funzionamento dell'Unità di Informazione per l'Italia (UIF), modificato da ultimo a novembre 2022, invece testualmente recita all'art. 1, comma 2, lett. b) “il Servizio normativa e collaborazioni istituzionali […] segue la produzione normativa nazionale […]; predispone istruzioni, indicatori e schemi di anomalia nei confronti   dei soggetti destinatari degli obblighi antiriciclaggio”. 

Parlare quindi di produzione di normativa di competenza evoca una potestà in realtà più rilevante di quella effettiva, posto che la predisposizione degli indicatori di anomalia è sostanzialmente delegata dall'Autorità di Vigilanza e non ha un'efficacia prescrittiva specifica - per assenza di autonoma sanzione - se non in relazione alle violazioni dell'art. 35 D.Lgs. 231/2007.

A prescindere da tale precisazione il Piano Strategico per il prossimo triennio sembra un vero e proprio self assessment che parte dal consuntivo del triennio precedente, i cui obiettivi sono stati tutti raggiunti e rappresentano il punto di partenza per la pianificazione futura.

In comune con ogni autovalutazione che si rispetti, l'UIF cala la propria operatività nel contesto nazionale ed europeo che si delineerà nel prossimo futuro, rispetto ai rapporti con la costituenda AMLA soprattutto con segnato riferimento all'interazione con il previsto “Meccanismo di coordinamento e supporto” all'azione delle FIU.

Quanto al contesto geografico nazionale, secondo l'UIF il nostro paese resta un territorio a rischio, aggravato dall'aggiunta alle fenomenologie criminali più ricorrenti delle opportunità fornite dalla recente emergenza pandemica, perché idonee ad incidere anche sui processi decisionali pubblici.

L'UIF dà atto che il livello di rischio è comunque alto per la resistenza offerta dall'impiego del contante e dalle nuove modalità di regolazione delle transazioni ricorrendo alla finanza decentralizzata, fenomeno questo cui si associa la difficoltà di attivare presidi di controllo adeguati perché la realtà nazionale è ancora legata a metodologie di contenimento tradizionali.

Un passaggio di assoluto rilievo - a parere di chi scrive - va colto con riferimento al profilo della segnalazione di operazioni sospette, le quali, a fronte di una maggiore articolazione della parte descrittiva, anche in ordine all'operatività di nuovi ambiti, “risentono del maggior ricorso dei soggetti obbligati a sistemi automatici di identificazione delle anomalie”.

Il monito è chiaro: l'art. 35 D.Lgs. 231/2007 disciplina un processo valutativo da corroborare con automatismi di rilevazione dell'anomalia, ma senza automatizzare l'intero giudizio che resta rimesso al responsabile dell'invio della segnalazione nemmeno in quelle situazioni dove - obiettivamente - il rapporto tra soggetto obbligato e cliente è virtuale e, come tale, evidentemente meno agevole.

Il Piano Strategico dà poi una enunciazione organica dei punti di forza e delle aree di miglioramento. Proprio con riferimento a queste ultime torna in rilievo la previsione di un profondo riassetto in vista dell'entrata in vigore della riforma europea, anche in termini di dotazione organica rispetto alla necessità di implementare, ad esempio, i controlli interni, la raccolta dei dati ed il potenziamento del sistema di sicurezza informatica.

Quanto agli obiettivi per il triennio di riferimento, essi sono riportarti secondo una suddivisione tra obiettivi strategici ed obiettivi intermedi, questi ultimi da perseguire in funzione dei primi.

Al riguardo merita specifica evidenza l'obiettivo di favorire la collaborazione dei destinatari degli obblighi antiriciclaggio al fine di contribuire al miglioramento della qualità delle segnalazioni, prevedendo, quale obiettivo intermedio “interlocuzioni periodiche e mirate al miglioramento della qualità del flusso segnaletico e alla diversificazione dei feedback sia mediante un'attività di controllo proporzionata”.

È altrettanto chiaro che la programmazione strategica del prossimo triennio, al netto di quanto dichiarato nel documento analizzato, potrebbe risentire dell'accelerazione del processo di riforma dell'intero impianto normativo europeo di cui, ormai, si attende l'avvento.

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