giovedì 20/04/2023 • 06:00
Nonostante la fase inflazionistica sembra stia rientrando, i recenti interventi normativi hanno confermato per il secondo trimestre 2023 alcune delle misure fiscali contro il caro energia dell’ultima Legge di bilancio. La riduzione dei prezzi potrebbe tuttavia portare a un cambio di passo e a un allentamento delle politiche di sostegno.
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Dal Documento di Economia e Finanza (DEF) per il 2023, pur in presenza di un quadro macroeconomico incerto, emergono previsioni ottimiste sulla crescita economica e sul progressivo alleggerimento della pressione sulle finanze pubbliche alla luce dei risultati economici positivi conseguiti nel 2022.
Sebbene, infatti, rimanga alta l'attenzione sul fabbisogno di cassa derivante dall'utilizzo dei crediti d'imposta di varia natura concessi ai soggetti privati nel corso degli ultimi due anni, la crescita del PIL registrata nel 2022 del 3,7% e l'incremento degli investimenti fissi lordi pari al 9,4% (arrivando a pesare più del 21% del PIL) costituiscono elementi incoraggianti ai fini di un miglioramento del quadro economico generale, oltretutto se combinati ai segnali rilevati negli ultimi mesi di riduzione dei prezzi dei beni energetici rispetto ai picchi registrati nel 2022.
Ciò premesso, il trend positivo va valutato con cautela. Per quanto importante, la spinta alla crescita economica è in buona parte da ricondursi all'importante contributo apportato dalla ripresa dei servizi (che avevano subito una significativa contrazione a causa delle politiche restrittive anti-Covid) e alla maggiore capacità di spesa delle famiglie, favorita, come rilevato nel DEF, sia dal precedente accumulo di risparmi che dalle politiche di sostegno ai redditi, mentre la produzione industriale sta registrando un graduale indebolimento che richiede la dovuta attenzione.
La guerra in Ucraina ha reso di fatto il quadro macroeconomico più incerto e ha contribuito all'incremento dei prezzi dei beni energetici, che per molte imprese costituiscono un freno importante alla crescita, soprattutto alla luce della distorsione alle dinamiche della competizione internazionale dovuta ai diversi prezzi registrati in diverse parti del mondo (e alle misure straordinarie adottate dai governi locali).
L'inflazione e la dinamica dei prezzi dei beni energetici
La crescita del tasso di inflazione del 2022 è stata veramente eccezionale: basti pensare che l'indice NIC (Indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività) che rappresenta l'incremento dei prezzi al consumo è aumentato nel solo 2022 dell'8,1% (a fronte dell'1,9% del 2021 e del tasso negativo dello -0,2% del 2020).
In realtà, come rilevato nello stesso DEF, le prime spinte inflazionistiche si erano già verificate nel 2021, tanto da indurre sin da subito all'introduzione di misure atte a contrastarne gli effetti negativi in capo a famiglie e imprese, soprattutto con riguardo ai rincari di gas ed elettricità.
Le politiche a sostegno delle imprese erano di fatto indirizzate a sostenere il settore industriale in generale, che, in caso di flessione, avrebbe potuto comportare effetti negativi sul PIL e in termini occupazionali.
Il trend negativo sembra però rallentare nei primi mesi del 2023: basti pensare che il tasso di inflazione per il mese di marzo 2023, stimato dall'ISTAT, mostra il quarto calo consecutivo, attestandosi al 7,7% dal picco di novembre 2022 pari all'11,8%, spinto al ribasso anche dalla riduzione del costo dei beni energetici.
Le misure introdotte con la manovra 2023 in risposta al caro energia
Nonostante il tema dell'inflazione stia in parte rientrando, è da rilevare come, in termini assoluti, i prezzi dell'energia rimangano comunque elevati.
È in questo contesto, infatti, che, in scia alle misure introdotte con il Decreto Aiuti-quater del 18 novembre 2022 (tra le quali si ricorda l'estensione al mese di dicembre 2022 dei crediti d'imposta per le imprese energivore e gasivore e non), si instaurano le misure introdotte o confermate dalla Legge di Bilancio 2023 per sostenere imprese e famiglie, sintetizzabili come segue:
Tali misure sono state, peraltro, in parte recentemente prorogate ad opera del DL 34/2023 al secondo trimestre 2023, nonostante si rilevi un depotenziamento dei crediti d’imposta in linea con l’evoluzione al ribasso dei prezzi dei beni energetici.
I prossimi scenari alla luce della riduzione dei prezzi
Parallelamente alla parabola discendente della crisi e al graduale rientro dei picchi dei prezzi delle risorse energetiche, le misure emergenziali verranno progressivamente ridotte e depotenziate.
Questo dovrebbe consentire di concepire nuove misure di sostegno strutturali efficaci per fronteggiare con meccanismi automatici situazioni di crisi, superando l'approccio emergenziale, e di salvaguardare al contempo il proposito, fissato peraltro anche nel PNRR, di perseguire ed incentivare politiche di efficientamento energetico.
In coerenza alle recenti evoluzioni, si dovrebbe quindi assistere nei prossimi mesi ad un percorso progressivo di riduzione dei sussidi in parallelo alla normalizzazione dei prezzi del gas e dell'elettricità, percorso già in parte avviato con il DL 34/2023.
L'attenzione rivolta all'andamento della crisi rimarrà comunque viva nel corso del 2023. Con l'ultimo decreto, infatti, sono già state destinate risorse per finanziare interventi eccezionali nel caso in cui la crisi dovesse riacuirsi: è già stato infatti, destinato un miliardo di euro a copertura di un contributo straordinario da erogarsi agli utenti domestici nel quarto trimestre 2023 qualora il prezzo del gas superi la soglia di €45/MWh.
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Federico Gavioli
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