sabato 15/04/2023 • 06:00
Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza 2023 con l’obiettivo di superare in modo graduale alcune delle misure straordinarie di politica fiscale introdotte negli ultimi tre anni, sostenere la ripresa economica italiana, ridurre il deficit e il debito della pubblica amministrazione in rapporto al prodotto interno lordo.
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Esonero contributivo 2023
La Legge di bilancio (L. 234/2021) ha previsto per i lavoratori dipendenti con una retribuzione imponibile non superiore al limite mensile di 2.692 euro, un esonero sulla quota dei contributi previdenziali di 0,8 punti percentuali per i periodi di paga dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022.
Il Decreto legge Aiuti-bis (DL 115/2022) ha successivamente innalzato la riduzione di un ulteriore 1,2% portandola al 2% per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2022.
Sulla scia di tali disposizioni, la manovra di Bilancio 2023 ha previsto, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 un esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, esclusi i lavoratori domestici, così distinto:
Dal beneficio, spettante ai lavoratori dipendenti di datori di lavoro, pubblici e privati, anche non imprenditori, sono esclusi i rapporti di lavoro domestico.
Si rammenta che con circolare n. 7 del 24 gennaio 2023 l'INPS ha diramato le prime istruzioni operative per l'applicazione dell'esonero previsto per l'anno in corso. In particolare, l'Istituto ha precisato che i massimali retributivi devono essere maggiorati, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima. In presenza di ulteriore mensilità aggiuntiva, nel mese di erogazione, la riduzione contributiva si applica solo nell'ipotesi in cui l'ammontare della mensilità sommato alla retribuzione imponibile, non ecceda il massimale di retribuzione mensile; in caso contrario l'esonero, nel mese di riferimento, non può essere applicato sull'intera retribuzione imponibile.
Tra gli elementi di interesse, la circolare ha inoltre chiarito che la disposizione si applica esclusivamente ai periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 ed ha ulteriormente distinto le modalità di calcolo dell'esonero nelle ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro.
Nuovo incremento dell'esonero contributivo
Come obiettivo del Governo, nel corso dell'intera legislatura, la riduzione del cuneo fiscale dovrà raggiungere il tetto del 5%, e gradualmente interesserà anche la quota a carico dei datori di lavoro.
Nel frattempo, per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie, un provvedimento di prossima emanazione disporrà il taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di un ulteriore 1%. Analogamente alle misure precedenti, il beneficio riguarda esclusivamente i lavoratori e le lavoratrici, pertanto non si applica alla quota di contributi a carico del datore di lavoro. Occorre attendere il prossimo decreto per conoscerne i dettagli, in particolare l'individuazione delle fasce reddituali di riferimento e per valutarne l'impatto in busta paga.
Considerando gli effetti delle misure già in vigore si può ipotizzare una riduzione che varia tra i 30 e i 40 euro mensili, tuttavia occorre considerare l'eventuale sterilizzazione del beneficio, limitato dall'incremento della base imponibile fiscale. Per quanto riguarda il periodo di riferimento, il DEF chiarisce che l'ulteriore taglio dei contributi a carico dei lavoratori si applicherà ai periodi di paga di competenza da maggio a dicembre 2023, sommandosi alle riduzioni già in vigore.
In un orizzonte temporale più ampio, le premesse del programma di stabilità evidenziano che per il 2024 le proiezioni di finanza pubblica indicano, con un deficit tendenziale del 3,5%, il mantenimento dell'obiettivo del 3,7% del PIL e ciò determinerebbe un margine di circa 0,2 punti di PIL da destinare al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Nei programmi si prevede anche la prosecuzione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, da attuare mediante il rafforzamento della revisione della spesa pubblica e una maggiore collaborazione tra fisco e contribuente, ferma restando la necessità di individuare ulteriori coperture.
Si ricorda che il DEF deve essere inviato alla Commissione europea e al Consiglio dell'Unione europea entro il 30 aprile 2023.
L'effetto che le menzionate misure avranno su imprese e lavoratori, andrà valutato anche nel quadro complessivo di una riforma fiscale che prevede il taglio delle detrazioni e la rimodulazione delle aliquote Irpef a partire dal 2024.
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