martedì 11/04/2023 • 11:30
Con il DM 6 aprile 2023 n. 58, il Ministero del Lavoro aggiorna il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso per il triennio 2023-2025. Quali sono le modifiche più importanti?
redazione Memento
Il Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023-2025, adottato con il DM 19 dicembre 2022 n. 221, è stato di recente modificato dallo stesso Ministero, con il DM 6 aprile 2023 n. 58. Vediamo insieme quali sono le novità. Tabella riepilogativa In tabella si riportano le principali modifiche apportate. Riferimento testuale modificato Modifica Premessa, pagina 4 L’ultimo capoverso è sostituito dal seguente: ”Il Piano nazionale opera in sinergia con il Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022; “Piano caporalato”) e ne contribuisce all’implementazione delle azioni prioritarie, con particolare riferimento a quelle volte a favorire l’impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura, attraverso il contrasto agli insediamenti abusivi e la promozione di politiche attive del lavoro” Sezione B.2.5, Il fenomeno migratorio Abrogata Sezione E2, Cronoprogramma Abrogata Dopo il paragrafo: “E. Gli indicatori e il cronoprogramma delle attività” Si aggiunge il paragrafo “F. Azioni volte a favorire l’impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura, attraverso il contrasto agli insediamenti abusivi e la promozione di azioni di politica attiva” Il focus sulle azioni a favore del lavoro regolare degli stranieri Le direttrici degli interventi relativi alle condizioni dei lavoratori stranieri impiegati in agricoltura sono definite dal Piano triennale di contrasto al caporalato ed allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Per la redazione del Piano è stato istituito un apposito Tavolo presso il Ministero del Lavoro, i cui lavori sono stati prorogati (DI 17 giugno 2022) per un ulteriore triennio (fino a dicembre 2025) per: definire una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura; assicurare l’indirizzo e il coordinamento nell’attuazione delle azioni previste nel “Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-22)”, approvato il 20 febbraio 2020. Il Piano risulta strutturato su quattro assi prioritari: prevenzione; vigilanza e contrasto al fenomeno; protezione; assistenza per le vittime di sfruttamento e la loro re-integrazione socio lavorativa. Per ognuno di tali assi, il Piano individua le azioni prioritarie da intraprendere, che coinvolgono, in un modello di governance multilivello, le diverse amministrazioni a livello centrale, regionale e locale. Qual è l’obiettivo? Il Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso si propone di affrontare alcune delle problematiche già affrontate dal Piano di contrasto al caporalato, prevedendo linee di intervento che si pongono in continuità con alcune delle azioni prioritarie previste dal Piano di contrasto al caporalato. L’interconnessione sussistente tra i Piani si esprime su due livelli: attraverso la partecipazione dei medesimi attori istituzionali agli organi attuativi previsti dai due Piani (Tavolo di contrasto al caporalato e Comitato nazionale per la prevenzione e il contrasto del lavoro sommerso); mediante l’integrazione ed attuazione di alcune delle linee di indirizzo precedentemente individuate dal Piano di contrasto al caporalato all’interno del Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso. Con riferimento alle azioni prioritarie relative al coinvolgimento delle politiche attive ed al superamento degli insediamenti abusivi vengono forniti specifici dispositivi attuativi, anche nella prospettiva di rafforzamento di politiche volte a favorire l’ingresso regolare di lavoratori stranieri nel settore agricolo. Il valore aggiunto dell’approccio multi-agenzia Per assicurare una sinergia proficua tra gli interventi che declinano direttamente le azioni prioritarie del Piano di contrasto al caporalato e le azioni previste dal Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso, è necessario rafforzare e valorizzare l’approccio multi-agenzia adottato fino a questo momento. In particolare, si prevede di assicurare la partecipazione di referenti del Comitato di contrasto al lavoro sommerso all’interno dei Gruppi di lavoro del Tavolo di contrasto al caporalato, che si terranno con cadenza almeno trimestrale. Il lavoro svolto confluirà nella relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di contrasto al caporalato, da predisporre entro la fine del 2023, alla cui stesura parteciperanno i referenti del Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso. Fonte: DM 6 aprile 2023 n. 58
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