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martedì 11/04/2023 • 06:00

Fisco Accordi preventivi

Dalla delega fiscale un freno alla presentazione degli interpelli

La delega fiscale prevede una serie di limitazioni alla facoltà dei contribuenti di presentare interpelli preventivi. Se, da un lato, tali limitazioni verranno, in parte, compensate dalla previsione dell’emanazione di un maggior numero di documenti di prassi, i nuovi limiti finiranno per penalizzare i contribuenti di minori dimensioni.

di Riccardo Patimo - Dottore commercialista

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  • Tempo di lettura 8 min.
  • Ascolta la news 5:03

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L'istituto dell'interpello preventivo ha trovato compiuta disciplina nell'art. 11 L. 212/2000 (c.d. statuto del contribuente). In base a tale disposizione, il contribuente può interpellare l'amministrazione per ottenere una risposta riguardante fattispecie concrete e personali relativamente a: l'applicazione delle disposizioni tributarie, quando vi sono condizioni di obiettiva incertezza sulla corretta interpretazione di tali disposizioni e la corretta qualificazione di fattispecie alla luce delle disposizioni tributarie applicabili alle medesime, ove ricorrano condizioni di obiettiva incertezza e non siano comunque attivabili le procedure di cui all'art. 31-ter DPR 600/73 (c.d. accordi preventivi), e di cui all'art. 2 D.Lgs. 147/2015 (interpello sui nuovi investimenti); la sussistenza delle condizioni e la valutazione della idoneità degli elementi probatori richiesti dalla legge per l'adozione di specifici regimi fiscali nei casi espressamente previsti; l'applicazione della disciplina sull'abuso del diritto ad una specifica fattispecie. Oltre a ciò, l'interpello può essere presentato per chiedere la disapplicazione di norme tributarie che, allo scopo di contrastare comportamenti elusivi, limitano deduzioni, detrazioni, crediti d' imposta, o altre posizioni soggettive del soggetto passivo ...

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