sabato 01/04/2023 • 06:00
Il decreto Bollette ha rinnovato per il secondo trimestre 2023 i crediti d’imposta rivolti alle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, prevedendo una riduzione dell’intensità dei contributi. Si analizzano gli impatti delle nuove misure sulle imprese.
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Tax credit con aliquote ridotte
Nelle more della definizione di misure pluriennali di sostegno alle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, con l'art. 4 DL 34/2023 (c.d. decreto Bollette) è stato prorogato al secondo trimestre dell'anno corrente il riconoscimento a favore delle imprese dei contributi straordinari concessi – sotto forma di crediti d'imposta - a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti per l'approvvigionamento di energia elettrica e gas naturale.
In controtendenza rispetto ai precedenti provvedimenti emanati in materia, con il decreto Bollette sono state riviste al ribasso le aliquote dei tax credit, attenuando così la portata della misura di sostegno che, tuttavia, mantiene intatta la propria articolazione specie sotto il profilo delle modalità di utilizzo riservate alle imprese beneficiarie.
Quest'ultime, infatti, avranno la possibilità di impiegare i tax credit in compensazione ai sensi dell'art. 17 D.Lgs. 241/97 con i propri debiti tributari e contributivi entro il 31 dicembre 2023 o, in alternativa, mediante la cessione dell'intero credito d'imposta spettante a favore di altri soggetti, ivi inclusi banche e intermediari finanziari.
Secondo quanto previsto dall'art. 4 citato, in sintesi, alle imprese c.d. energivore iscritte nell'elenco CSEA per l'anno 2023 è riconosciuto un credito d'imposta pari al 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata e consumata nel secondo trimestre 2023, a condizione che gli oneri per kWh rimasti a carico nel primo trimestre del 2023 siano superiori del 30% rispetto ai costi sostenuti nel primo trimestre del 2019.
Alle medesime condizioni, per le imprese diverse da quelle c.d. energivore dotate di contatori di energia elettrica di potenza pari o superiore a 4,5 kW spetta un credito d'imposta in misura pari al 10% dei costi sostenuti per l'acquisto dell'energia elettrica impiegata nel secondo trimestre 2023.
Ancora, per le imprese c.d. gasivore che risultano iscritte in un apposito elenco, l'agevolazione è pari al 20% dei costi addebitati per l'acquisto di gas naturale impiegato nel secondo trimestre 2023 per usi diversi da quelli termoelettrici, laddove il prezzo medio di mercato del gas naturale riferito al primo trimestre 2023 abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo di mercato registrato nel primo trimestre 2019.
Parimenti, il credito d'imposta del 20% è concesso alle imprese diverse da quelle c.d. gasivore che hanno subito maggiori oneri per l'acquisto di gas naturale nel secondo trimestre 2023.
La scelta di fissare percentuali di “aiuto” ben inferiori rispetto a quelle stabilite nelle precedenti disposizioni (per il primo trimestre 2023 la recente legge di Bilancio ha previsto aliquote dal 35 al 45%) troverebbe giustificazione nel progressivo calo dei prezzi dell'energia elettrica e del gas naturale registrato nell'ultimo periodo, nonché nelle previsioni sull'andamento prossimo del mercato energetico.
Gli impatti delle nuove misure sulle imprese
La drastica rivisitazione delle aliquote permette alle imprese che operano in settori ad alto consumo di energia elettrica e/o gas naturale di valutare la possibilità di utilizzare i crediti d'imposta direttamente tramite compensazione in F24 entro la fine del 2023.
Sin dall'introduzione di tali misure agevolative, invero, per gli operatori industriali di maggiori dimensioni, e soprattutto per le entità non aderenti ad un regime di tassazione di gruppo, si è reso necessario in molti casi ricorrere all'istituto della cessione del credito d'imposta a favore di altri soggetti, specie nei confronti di banche e intermediari finanziari, a causa dell'elevato ammontare di crediti d'imposta ad essi riconosciuti e le conseguenti difficoltà di assorbimento fiscale degli stessi connesse ad una insufficiente “tax capacity” nel breve e medio termine (per molti operatori il periodo di utilizzo dei tax credit risulta infatti limitato e stringente).
Orbene, in questa prospettiva, si può osservare come la riduzione dell'intensità dei tax credit per il secondo trimestre 2023 se da un lato rende meno efficace l'effetto compensativo cui la norma è volta, dall'altro permette alle imprese che sostengono elevati costi di approvvigionamento di poter utilizzare in compensazione i contributi ottenuti e di evitare altresì l'applicazione da parte di banche o altri cessionari di oneri finanziari collegati all'operazione di compravendita dei crediti d'imposta.
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Federico Gavioli
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