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giovedì 30/03/2023 • 06:00

Lavoro Contrattazione collettiva

Rinnovo CCSL Stellantis: modello a tutela del potere d’acquisto dei lavoratori

Stellantis (ex Fiat) firma il suo Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCLS) l’8 marzo 2023. L’accordo fa riflettere sull’orientamento delle parti sociali a difesa del potere d’acquisto dei lavoratori, sulla transizione automotive e sulla crisi del sistema contrattuale italiano basato su più livelli di contrattazione.

di Marco Micaroni - Responsabile Relazioni Industriali di Autostrade per l'Italia s.p.a.

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  • Tempo di lettura 1 min.
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Stellantis Italia, con le Organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr, in data 8 marzo 2023, sottoscrive l’accordo di rinnovo del contratto collettivo specifico di lavoro (CCSL). Il nuovo contratto avrà durata quadriennale per la parte normativa, biennale per quella economica.

L’accordo riguarda più di 70 mila lavoratori (un numero di tutto rispetto a tanti altri contratti nazionali) e si applica ai gruppi Cnhi, Ferrari, Iveco e Stellantis. L’intesa, la quarta dall’uscita della Fiat dal sistema confindustriale, di nuovo non porta la firma della Fiom Cgil, una delle storiche organizzazioni sindacali dei metalmeccanici.

I punti principali dell’accordo riguardano gli aumenti salariali, la valorizzazione del sistema di partecipazione nelle relazioni industriali, la sezione normativa: in tutti e tre i campi, le parti sociali arrivano a definire importanti clausole di rinnovo.

La parte economica

Sul fronte economico, il comunicato stampa Stellantis parla di tre componenti: una strutturale, una congiunturale e una variabile innovativa, legata alla strategia di profit sharing annuale dell’azienda, che, dice la società, l’anno scorso “ha permesso di distribuire un ammontare record di 2 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo”.

Più in particolare, colpisce che, nei primi due anni di applicazione del CCSL, è previsto un intervento economico aziendale complessivo superiore all’11%, a cui si aggiunge un aumento dell’istituto “indennità funzioni direttive” per i professional, l’erogazione di 400 euro “una tantum” in due tranches ad aprile e a luglio e, per il 2023, 200 euro in beni e servizi welfare, che saranno resi disponibili per tutti i dipendenti attraverso una piattaforma dedicata.

L’aumento dei soli minimi contrattuali, complessivamente e a regime nel biennio, è pari a 207 euro mensili, e si va a posizionare nella fascia più alta dell’ultima tornata di rinnovi contrattuali, insieme a quella di settori tradizionalmente ricchi come i chimici (accordo 13 giugno 2022: € 204), gli elettrici (accordo 18 luglio 2022: € 215), gas-acqua (accordo 30 settembre 2022: € 203).

Secondo il sindacato, il montante salariale complessivo, generato dall’aumento dei minimi, dall’una tantum e dai flexible benefit nel biennio è pari a oltre 4.300 euro medi.

Il sistema di partecipazione

Il nuovo contratto amplia notevolmente il modello partecipativo del Gruppo, soprattutto creando un Osservatorio Nazionale delle Politiche Industriali e Organizzative, che ha l’obiettivo di monitorare la trasformazione aziendale dovuta alla transizione ecologica, che sappiamo essere nel settore una sfida fondamentale per il futuro di queste imprese. Non a caso Stellantis dichiara che l’accordo con le organizzazioni sindacali “è un ulteriore tassello per rafforzare, anche attraverso la partecipazione di tutti i dipendenti italiani, l’impegno a diventare un’azienda tecnologica di mobilità sostenibile raggiungendo le zero emissioni nette da carbonio entro il 2038 e a supporto del piano strategico Dare Forward 2030”.

Il nuovo accordo, inoltre, disciplina le materie di competenza della Commissione Paritetica Nazionale, la Commissione Welfare, la Commissione Pari Opportunità, la Commissione Salute e Sicurezza e la Commissione Organizzazione e Sistemi di produzione a livello di stabilimento/unità produttiva, l’Organismo Paritetico Health & Safety.

La parte normativa

Tra i numerosi interventi, vale la pena soffermarsi su due aspetti abbastanza innovativi perché fanno intravedere delle linee di tendenza:

  • lavoro agile: viene introdotto un rimborso forfettario nel limite massimo di 200 euro per l’acquisto di attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività da remoto, in linea con il modello di organizzazione degli uffici (NEA, New Era of Agility) applicato in tutto il Gruppo nel mondo;
  • il venerdì breve per CNH Industrial e Iveco Group: lo schema orario prevede 8 ore e mezza di lavoro dal lunedì al giovedì (con pausa pranzo di 45 minuti o un’ora) e 6 ore il venerdì (quest’ultimo senza intervallo refezione), applicabile ai quadri e agli impiegati addetti al turno centrale, che non siano occupati a tempo parziale né svolgano attività di produzione o attività direttamente collegate a quelle di produzione, appartenenti a tutte le funzioni, ferma restando la necessità di compatibilità tra il ruolo svolto e il nuovo schema di orario.

Il segnale e l’importanza del rinnovo del CCLS Stellantis

Il rinnovo Stellantis è particolarmente importante per una serie di motivi:

  • conferma l’orientamento delle parti sociali di quest’ultimo periodo, che sembra aver capito la portata della questione inflattiva e della difesa del potere d’acquisto dei lavoratori; anzi, questo accordo può rappresentare un modello per alcuni dei grandi rinnovi in arrivo;
  • dimostra come le parti sociali siano consapevoli della futura transizione automotive;
  • continua a tenere – per un grande gruppo - un modello di relazioni industriali che fa a meno del contratto nazionale;
  • ribadisce la forza e l’importanza della contrattazione aziendale
  • riconferma la crisi del sistema di rappresentanza e rappresentatività: un grande sindacato come la Fiom Cgil è ancora non firmatario del CCLS, Confindustria non sigla il contratto di una delle fondamentali realtà industriali del paese. A questo aggiungiamo la recente notizia che anche la più grande impresa italiana per dimensioni ha deciso di togliere la delega all’Associazione Bancaria Italiana (ABI) sulle relazioni industriali, restando al tavolo del rinnovo del ccnl bancari appena all’inizio delle trattative ma “da sola”, senza l’”intermediazione” dell’Associazione che da sempre rappresentava, tutti insieme, gli istituti bancari grandi e piccoli del nostro paese.

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