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mercoledì 22/03/2023 • 06:00

Fisco Dalle Sezioni Unite

Imposta di registro in caso di deposito di atto ricognitivo di debito

Le scritture private non autenticate non aventi per oggetto prestazioni a contenuto patrimoniale sono assoggettate ad imposta di registro in caso d’uso. Tuttavia, non costituisce caso d’uso il deposito tra gli atti processuali di un documento che comporta la mera ricognizione di debito già documentato in altro modo.

di Alessia Vignoli - Avvocato cassazionista, professore associato Tor Vergata

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  • Tempo di lettura 5 min.
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Atti di ricognizione del debito: natura giuridica e conseguenze fiscali

Con la sentenza n. 7682 del 16 marzo 2023, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono intervenute a chiarire quando sia possibile la tassazione in caso d'uso degli atti di ricognizione di debito depositati nei procedimenti giurisdizionali e quale sia il tipo di tassazione prevista.

Nel caso di specie il contribuente impugnava in Corte di cassazione la decisione di appello con la quale la CGT di 2 grado della Campania aveva affermato la tassazione in caso d'uso della nota di accompagnamento contenente una ricognizione di debito depositata nell'ambito di un giudizio monitorio fondato su un assegno. In particolare, in esito al parziale accoglimento del reclamo del contribuente nella fattispecie in esame, era stata decisa l'applicabilità dell'art. 3, parte I, della Tariffa, che prevede l'imposizione proporzionale nella misura dell'1% sugli “atti di natura dichiarativa relativi a beni o rapporti di qualsiasi natura, salvo il successivo art. 7”.

Le Sezioni Unite precisano che il contrasto emerso tra le sezioni semplici (e ricostruito nell'ordinanza interlocutoria n. 33313/21) in ordine all'applicazione dell'imposta di registro alla ricognizione di debito è presumibilmente dovuto alla mancanza nel DPR 131/86 di una previsione espressa che era invece espressamente disciplinata nell'

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