mercoledì 15/03/2023 • 06:00
Un nuovo approfondimento passa in rassegna le nuove misure previste dalla Legge di Bilancio 2023: dalle modifiche al regime forfettario, alla flat tax incrementale e al rafforzamento dell'attività di presidio preventivo connesso alle partite IVA da parte dell'Agenzia delle Entrate.
redazione Memento
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha pubblicato il nuovo approfondimento “Legge di Bilancio 2023: le ulteriori novità fiscali”che prende in analisi le modifiche al regime forfettario, la nuova flat tax incrementale e il rafforzamento dell'attività di presidio preventivo connesso all'attribuzione e all'operatività delle partite IVA da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Con riguardo alle novità per i forfettari, l'attenzione dei consulenti è concentrata sull'innalzamento a 85mila euro della soglia di ricavi e compensi percepiti nell'anno precedente per accedere al regime agevolato. Come segnalato nell'approfondimento, che ripercorre i requisiti del forfettario, chi avrà compensi o ricavi superiori ai 100mila euro uscirà immediatamente dal regime, senza aspettare l'anno fiscale successivo. Conseguentemente, sarà dovuta l'imposta sul valore aggiunto a partire dalle operazioni effettuate che comportano il superamento del predetto limite. Chi invece supererà la nuova soglia degli 85mila euro, restando sotto i 100mila euro, uscirà dal regime forfettario a partire dall'anno successivo, come già previsto dalla legislazione vigente.
Sul fronte della nuova flat tax incrementale al 15%, riservata alle persone fisiche titolari di reddito d'impresa e/o di lavoro autonomo diverse da quelle che applicano il regime forfetario,
il lavoro dei consulenti offre degli utili esempi di calcolo. Tra questi, viene ipotizzato il caso di un consulente del lavoro con le seguenti caratteristiche:
Sull'aumento di 35mila il consulente pagherà 4.650 euro di imposta sostitutiva (35mila – (cuscinetto 5% di 80mila = 4mila) x 15%), anziché 15.760 euro di cui IRPEF 15.050 euro e addizionali (ipotizzate le seguenti aliquote: comunale 0,8% e regionale 1,23) 710 euro. Con un risparmio di 11.110 euro per al 70,49%.
In merito alla stretta prevista dalla manovra 2023 all'attività di presidio preventivo connesso all'attribuzione e all'operatività delle partite IVA da parte dell'Agenzia delle Entrate, l'approfondimento mette in luce la nuova possibilità riconosciuta al Fisco di effettuare specifiche analisi del rischio anche attraverso l'esibizione di documentazione tramite cui sia possibile la verifica dell'effettivo esercizio dell'attività. Da ultimo i consulenti illustrano le modalità con cui richiedere nuovamente la partita IVA in caso di provvedimento di cessazione e il relativo regime sanzionatorio.
Fonte: Approfondimento Fondazione Studi Consulenti del Lavoro 14 marzo 2023
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