mercoledì 15/03/2023 • 06:00
L’operatore economico che non si è avveduto di una frode IVA a monte della catena di acquisti, finisce per pagare l’IVA tre volte. Sarebbe auspicabile un intervento del Legislatore che, almeno, gradui diversamente le sanzioni, nei limiti edittali, in ragione dell’effettiva offensività della condotta.
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La Corte di Giustizia si mostra assolutamente ferma. Il diritto alla detrazione Iva, per gli operatori economici, che pongono in essere operazioni imponibili, costituisce un corollario della neutralità Iva. Sicché, dal momento che la neutralità integra, a sua volta, un profilo distintivo di detta imposta e, al contempo, un suo carattere immanente ed imprescindibile, ecco che il pieno riconoscimento del diritto alla detrazione va considerato, per ciò stesso, un principio ed un valore assoluto per il funzionamento dell'Iva. Ciò significa che eventuali limiti alla detrazione possono essere giustificati solo in casi assolutamente eccezionali e per soddisfare esigenze superiori. Come può essere, in effetti, il contrasto alle frodi Iva.
In presenza di frodi, la Corte ritiene, infatti, che l'eventuale esercizio del diritto alla detrazione Iva si configuri come un'ipotesi di esercizio abusivo del predetto diritto che, come tale, deve essere impedito. Si giustifica così la altrettanto pacifica giurisprudenza della Corte di Giustizia che nega il diritto alla detrazione Iva in presenza di operazioni fraudolente, siano esse integrate dall'inesistenza oggettiva dell'operazione come dall'in
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