venerdì 03/03/2023 • 06:00
L’esclusione della responsabilità penale del dirigente per non essere attribuibile allo stesso al di là di ogni ragionevole dubbio, non riveste necessariamente la stessa valenza relativamente alla responsabilità disciplinare nel giudizio di impugnazione del licenziamento per giusta causa, essendo il giudice del lavoro libero nel proprio convincimento.
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La compatibilità fra processo civile e penale presenta sempre elementi di criticità applicative che parerebbero ad una prima analisi prive di ricadute sul piano sostanziale. Tuttavia, così non è, dal momento che le stesse - e in particolar modo l'eventuale vincolo assertivo che la statuizione penale potrebbe comportare nel convincimento civilistico del giudice – assumono ricadute assai concrete con riguardo alla prova dei fatti nei procedimenti civilistici e nel dettaglio in quelli avanti al giudice del lavoro.
Un esempio del fenomeno processuale di cui sopra è rappresentato dalla sentenza della Cass. 22 febbraio 2023 n. 5468 che affrontando un caso di licenziamento del dirigente medico, ha avuto modo di ribadire la libertà del convincimento del giudicante anche a fronte dell'assoluzione del dipendente licenziato nel procedimento penale per i medesimi fatti addebitatigli a fondamento del recesso per giusta causa.
Il caso giunto al vaglio della Cassazione
Ha proposto ricorso in Cassazione avverso la sentenza della Corte d'Appello di Napoli - che già confermava la decisione del giudice di prime cure - un dirigente medico direttore della UOC che aveva impugnato il licenziam
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