giovedì 02/03/2023 • 06:00
La Cassazione ha ribadito l’insindacabilità nel merito delle decisioni degli amministratori da parte dell’autorità giudiziaria, anche quando inopportune dal punto di vista economico. Unica eccezione è la sindacabilità delle scelte che, se valutate in precedenza, risultino manifestamente avventate.
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La Suprema Corte, con ordinanza pubblicata in data 16 febbraio 2023 n. 4849, si è espressa sulla insindacabilità nel merito delle decisioni degli amministratori da parte dell'autorità giudiziaria, anche quando si tratti di scelte inopportune dal punto di vista economico. Suddetta insindacabilità è oggigiorno comunemente nota come business judgment rule (“BJR”), che, sostanzialmente, è una regola procedurale nata negli USA, in virtù della quale i giudici non entrano nel merito delle decisioni gestionali degli amministratori se queste, riprendendo una delle più note sentenze al riguardo, sono state adottate “su base informata, in buona fede e nell'onesta convinzione che l'azione intrapresa fosse nel migliore interesse della società”.
Nel caso specifico, la Cassazione Civile ha confermato l'operato sia del Tribunale di Roma che della Corte di Appello che, a loro volta, avevano respinto tutte le domande avanzate da una S.r.l. (“Società”), ritenendo l'assenza degli elementi costitutivi sia dell'azione di responsabilità contrattuale nei confronti di ex amministratori e sindaci dell'appellante e sia di quelli relativi all'azione di responsabilità extracontrattuale, contestate in rela
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Vincenzo Papagni
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