venerdì 24/02/2023 • 06:00
Nel 1993 cadevano le barriere doganali, introducendo il regime transitorio degli scambi intracomunitari. Purtroppo, a distanza di 30 anni permane ancora il regime transitorio e si assiste alla trasformazione del regime definitivo, che continua a basarsi sulla tassazione a destino, pur con aggiornamenti sull'applicazione dell'IVA nel Paese di partenza del bene.
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Questa una delle tematiche che verrà affrontata in occasione del convegno “1973-2023: 50 anni di IVA”, organizzato da CNDCEC in collaborazione con Giuffrè Francis Lefebvre. Il 1° gennaio del 1993 (di cui quest'anno ricorre il 30° anniversario), a seguito di una forte volontà politica, cadevano le barriere doganali tra gli Stati membri: la direttiva 91/680/CEE del 16 dicembre 1991 introduceva il “regime transitorio degli scambi intracomunitari”. Il regime doveva durare 4 anni (fino al 31 dicembre 1996), con eventuale possibilità di proroghe per consentire un migliore adeguamento del sistema, in attesa della realizzazione del regime definitivo che si sarebbe basato sulla tassazione all'origine. Il nuovo presupposto di imposizione era costituito dall'acquisto intracomunitario, le cui condizioni di applicazione risiedevano in: trasferimento del potere di disporre del bene; onerosità dell'operazione; qualità del cedente e cessionario: soggetti passivi stabiliti in due Stati membri diversi; oggetto: bene mobile UE; movimentazione fisica del bene tra due diversi Stati membri. Una nuova consapevolezza nasceva negli Stati, quella di appartenere ad un'unica entità (all'epoca Comunità euro...
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