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sabato 25/02/2023 • 06:00

Fisco Dalla Corte di Cassazione

Non sono tassabili i componenti positivi generati dai beni non inerenti

Nella sentenza del 13 febbraio 2023 n. 4365 la Cassazione si è pronunciata nell'ambito di una causa instaurata da una società contribuente al fine di impugnare un avviso di accertamento recante maggiore IRES, IRAP e IVA, fondato sul recupero di costi indeducibili per la presunta mancata inerenza degli stessi.

di Marco Nessi - Dottore Commercialista

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  • Tempo di lettura 6 min.
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Il principio di inerenza Il principio di inerenza costituisce, in generale, il necessario presupposto per la deducibilità dei componenti negativi nella determinazione del reddito di impresa. Infatti, in virtù di quanto previsto dall'art. 109 c. 5 Tuir, i componenti negativi sono deducibili a condizione che e nella misura in cui si riferiscono ad attività o beni da cui derivano componenti positivi che concorrono a formare il reddito. Ai fini del riconoscimento della deducibilità del costo in regime d'impresa deve sussistere una correlazione del costo non in relazione ai ricavi, bensì all'attività imprenditoriale nel suo complesso, avuto riguardo all'oggetto dell'impresa (in ultimo, tra le tante, si vedano: Cass. 17 gennaio 2020 n. 902, Cass. 7 dicembre 2020 n. 27987 e Cass. 11 gennaio 2018 n. 450). La ratio di questa impostazione si fonda sulla nozione di reddito d'impresa e non sulla correlazione tra costi e ricavi, escludendosi dal novero dei costi deducibili solo quelli che si collocano in una sfera estranea all'attività imprenditoriale. Questa regola è applicabile nei confronti di tutti i componenti negativi, ad esclusione degli interessi passivi, gli oneri fiscali e contributivi e gli oneri di utilità sociale. Il principio di inerenza deve essere valutato in modo estensivo, ossia facendo riferimento non ai ricavi ma all'intera attività svolta (in tal senso, tra le tan...

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