martedì 21/02/2023 • 06:00
Pubblico il primo avviso per la formazione di un elenco degli Organismi di certificazione per la parità di genere nelle piccole e medie imprese. Gli Organismi dovranno specificare il contributo assegnato all’impresa.
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Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le Pari Opportunità), è stato reso pubblico un primo avviso per la formazione di un elenco degli Organismi di certificazione:
Tale avviso è figlio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), articolato in sei missioni e segnato da tre “Priorità trasversali” relative alle pari opportunità di genere, generazionali e territoriali.
Esso, inserito nella Missione 5 “Inclusione e Coesione”, contempla tre traguardi:
1) Traguardo M5C1-12: opportunità per le donne di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità;
2) Obiettivo M5C1-13: ottenimento della certificazione della parità di genere raggiungendo la soglia delle 800 imprese entro il secondo trimestre dell’anno 2026;
3) Obiettivo M5C1-14: ottenimento della certificazione della parità di genere da parte di almeno 1000 imprese sostenute attraverso l'assistenza tecnica - entro il secondo trimestre 2026.
I principali riferimenti normativi, su cui tale avviso poggia, sono: le Linee Guida Uni/Pdr 125:2022, anche secondo l’interpretazione che Uni ne ha reso, e il Regolamento (CE) n. 765 del 2008.
Come essere ammessi nell’elenco
Ad essere ammessi all’elenco, sono gli Enti di certificazione che ne facciano domanda entro il 30 giugno 2026.
Tale domanda dovrà contenere:
Obblighi degli Organismi di certificazione
Ai fini dell’agevolazione in favore delle micro, piccole e medie imprese tali organismi sono obbligati a:
Ed infatti i costi sostenuti dalle imprese per l’ottenimento della certificazione sono rimborsabili a due condizioni.
La prima, di natura qualitativa, è che sono ammissibili i costi conseguenti all’esame della domanda, alla verifica documentale e dell’attività dell’organizzazione certificata, così come al rilascio del certificato.
Viceversa, non sono rimborsabili i costi per i servizi resi dall’organismo di certificazione in caso di mancato rilascio della certificazione né quelli per lo svolgimento di altri servizi (es. pre-audit, audit supplementari, sorveglianza annuale e audit di rinnovo).
La seconda condizione, di natura quantitativa, circoscrive il rimborso in favore di ogni micro, piccola e media impresa in una forbice tra un minimo di euro 1.800 e un massimo di euro 10.245 al netto di IVA.
La dotazione complessiva che finanzia tali rimborsi è di euro 5.500.000,00, sui 10.000.000,00 assegnati al Dipartimento delle Pari Opportunità per la complessiva realizzazione del sistema di certificazione della parità di genere.
Si tratta di fondi che pesano sui finanziamenti europei del programma Next Generation EU.
Condizioni di accreditamento
Resta fermo che gli organismi di certificazione potranno accedere a queste misure sino a quando saranno legittimamente accreditati con iscrizione nel relativo elenco. Non devono essere colpiti, in altri termini, né da provvedimenti di sospensione né di revoca.
L’accreditamento, infatti, è una condizione che garantisce l’affidabilità degli organismi ed è la condizione essenziale perché le imprese possano accedere anche agli ulteriori benefici della certificazione.
Tra essi, quello della decontribuzione fino ad euro 50.000,00 e della premialità negli appalti pubblici.
Ma non finisce qui.
Sul sito della Presidenza del Consiglio, è in attesa di pubblicazione un ulteriore avviso pubblico per il finanziamento dei servizi di assistenza tecnica e di accompagnamento alla certificazione in favore delle micro, piccole e medie imprese.
La certificazione per la parità di genere, insomma, resta un’occasione imperdibile anche per le realtà aziendali di dimensioni modeste. Tanto più se lo Stato decide di sobbarcarsene i costi.
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