lunedì 13/02/2023 • 06:00
La normativa TARI prevede delle ipotesi di riduzione della tariffa nelle zone in cui non è effettuata la raccolta o in caso di mancato o irregolare svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti. La riduzione dell’imposta è obbligatoria se il servizio pubblico è istituito ma, di fatto, non erogato.
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Presupposto e definizione di rifiuto urbano
Il presupposto della tassa sui rifiuti (c.d. TARI) è costituito dal possesso o detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. A partire dal 1° gennaio 2021, il D.Lgs. 116/2020 ha cambiato la definizione di rifiuto urbano, eliminando la categoria dei rifiuti speciali assimilati agli urbani. Per effetto di queste modifiche, hanno cessato di avere efficacia tutte le norme regolamentari che, in precedenza, gli enti locali avevano adottato per disciplinare l'assimilazione dei rifiuti.
Tali modifiche hanno avuto effetto anche sulle regole applicative di determinazione e gestione della TARI. Infatti, a partire dal 2021, la categoria dei rifiuti assimilati è stata sostituita dalla categoria dei rifiuti urbani prodotti dalle imprese, ad eccezione delle industrie.
Comunicazione di non avvalersi del servizio pubblico
L'art. 238 c. 10 D.Lgs. 152/2006 (così come modificato dall'art. 3 c. 12 D.Lgs. 116/2020) prevede la possibilità per le utenze non domestiche di conferire i propri rifiuti urbani al di fuori del servizio pubblico, previa dimostrazione di avere avviato gli stessi al recu
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