martedì 07/02/2023 • 06:00
Dalla lettura del decreto di riforma del codice degli appalti emerge che la contestazione o l'accertata commissione di una fattispecie di reato contemplata dal D.Lgs. 231/2001 potrà far scattare l'esclusione dell'operatore economico dalle gare indette dalla Pubblica Amministrazione.
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Il Consiglio dei Ministri, il 16 dicembre 2022, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell'art. 1 Legge 78/2022, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici. Il nuovo Codice troverà operatività per tutti i nuovi procedimenti a decorrere dal 1° aprile 2023, mentre dal 1° luglio 2023 è prevista l'abrogazione del Codice attualmente vigente (D.lgs. 50/2016) come anche l'applicazione delle nuove norme ai procedimenti già in corso.
Il provvedimento, ora all'esame delle commissioni parlamentari, fa parte delle cosiddette riforme abilitanti previste dal PNRR e dovrà essere approvato entro il 31 marzo 2023. La riforma del Codice dei Contratti pubblici costituisce un tassello fondamentale nell'ambito dell'attuazione del PNRR, al fine di rendere più fluide, efficienti ed efficaci le procedure di affidamento e gestione delle commesse di lavori, servizi e forniture. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, infatti, prevede espressamente l'intervento sul D.Lgs. 50/2016 nell'ottica di semplificazione e velocizzazione del processo di spesa delle ingenti risorse destinate al nostro Paese.
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